Il ritorno di Claudio Ranieri alla Roma
Il recente ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma ha suscitato reazioni contrastanti tra i tifosi giallorossi. Se da un lato molti hanno accolto con entusiasmo il ritorno di un idolo del passato, dall’altro non sono mancate le critiche nei confronti della proprietà Friedkin. Questi ultimi, infatti, sembrano aver intrapreso un percorso gestionale che ha sollevato dubbi e preoccupazioni sul futuro della società. I tifosi, già delusi da altre scelte, temono che l’arrivo di Ranieri rappresenti solo l’ennesima mossa “furba” per placare le acque, piuttosto che un vero e proprio progetto a lungo termine.
La gestione dei Friedkin
La gestione dei Friedkin è stata caratterizzata da un apparente disinteresse nel costruire una struttura dirigenziale solida. Attualmente, il club si trova in una situazione di precarietà, con pochissime figure apicali a guidare le scelte strategiche. Florent Ghisolfi è l’unico responsabile dell’area tecnica, ma il suo potere decisionale appare limitato. La mancanza di un CEO, di un direttore generale e di altre figure chiave come un direttore tecnico o commerciale non fa che aumentare il senso di confusione all’interno del club. Questa mancanza di leadership è stata ulteriormente evidenziata dalle dimissioni di Lina Soulokou, avvenute quasi due mesi fa, senza che la società avesse ancora trovato un sostituto.
Investimenti e risultati
I Friedkin, pur avendo investito ingenti somme di denaro nella Roma, non sono riusciti a ottenere i risultati sperati. Hanno speso circa 900 milioni di euro e nell’ultima campagna acquisti hanno investito oltre 120 milioni. Tuttavia, la qualità degli acquisti e la gestione delle risorse sembrano essere stati sotto le aspettative. La mancanza di una pianificazione strategica e di una visione a lungo termine ha portato a spese che non si sono tradotte in prestazioni sul campo. Questo è un problema che si riflette non solo sulla Roma, ma anche sulle altre società di proprietà dei Friedkin, come l’Everton e il Cannes, entrambe in difficoltà nei rispettivi campionati.
La reputazione internazionale dei Friedkin
A livello internazionale, la reputazione dei Friedkin sta subendo colpi significativi. La loro gestione ha attirato l’attenzione anche in Inghilterra, dove i tifosi dell’Everton sono preoccupati per il modo in cui stanno gestendo la Roma. Nonostante abbiano recentemente acquistato il club inglese, la paura di un calo di prestazioni è palpabile. La situazione attuale dei club di proprietà dei Friedkin è preoccupante, con tutti e tre coinvolti nella lotta per non retrocedere. La Roma, attualmente dodicesima in classifica, potrebbe trovarsi in una posizione critica se non riuscirà a ottenere risultati nelle prossime partite contro avversari forti come il Napoli e l’Atalanta.
Situazione critica per Everton e Cannes
L’Everton, dal canto suo, si trova in una situazione simile, occupando la sedicesima posizione in Premier League e con una lotta serrata per mantenere la categoria. Anche il Cannes, sebbene considerato il club meno importante tra i tre, sta vivendo un momento critico e si trova penultimo nel girone A della National 2, con appena 8 punti in 9 partite. Questo scenario rappresenta un campanello d’allarme per i Friedkin, che devono assolutamente trovare soluzioni efficaci per invertire la rotta.
Le sfide future per i Friedkin
Il panorama che si profila è complesso e denso di incertezze. La speranza dei tifosi è che l’arrivo di Ranieri possa portare una ventata di freschezza e motivazione all’ambiente, ma la verità è che senza una struttura dirigenziale solida e una visione strategica chiara, anche il ritorno di un allenatore di spessore potrebbe rivelarsi insufficiente. La mancanza di figure di riferimento e di supporto rende la situazione ancora più delicata, e Ranieri potrebbe trovarsi a gestire una situazione già precaria senza il necessario supporto.
In un contesto così difficile, i Friedkin devono affrontare sfide importanti, non solo per la Roma, ma anche per le altre due società. È fondamentale che si avviino a una ristrutturazione della governance e che si scelgano dirigenti competenti e preparati per affrontare le sfide del calcio moderno. Solo in questo modo sarà possibile uscire dalla crisi e costruire un futuro più roseo, non solo per il club capitolino, ma per tutte le società di proprietà dei texani. La strada da percorrere è lunga e irta di ostacoli, e sarà interessante vedere quali saranno le prossime mosse della proprietà e come queste influenzeranno il futuro della Roma e delle altre società.