Dieci giornate di campionato sono già passate e, mentre alcuni potrebbero dire che è prematuro trarre conclusioni, è innegabile che il tempo per fare un primo bilancio ci sia. Il campionato è ancora lungo e le sorprese sono dietro l’angolo, specialmente in un torneo così equilibrato come quello attuale. Dietro al Napoli, che sta per affrontare scontri diretti contro l’Atalanta e l’Inter, ci sono cinque squadre racchiuse in un pugno di punti. Questo dimostra quanto velocemente possa cambiare la classifica, influenzando anche gli umori delle squadre e dei tifosi.
La Juventus, guidata da Thiago Motta, si trova in una situazione particolare. Nonostante le difficoltà iniziali, la squadra ha tutte le carte in regola per lottare per lo scudetto, anche se non necessariamente per vincerlo. Ci sono però cinque motivi per cui gli alibi che giustificano la partenza lenta dei bianconeri non reggono. È essenziale che la Juve si impegni fino alle ultime due giornate, perché, come vedremo, le scuse non bastano.
Il primo motivo riguarda il cambiamento di allenatore e squadra. Sebbene sia comprensibile che un nuovo tecnico come Thiago Motta e una squadra rinnovata abbiano bisogno di tempo, il paragone con il Napoli è inevitabile. Anche il Napoli ha cambiato allenatore e rivoluzionato la rosa, eppure sembra già una squadra formata e competitiva. La stessa cosa si può dire della Fiorentina e della Lazio, che, pur avendo cambiato molto, hanno trovato il giusto assetto. Palladino con i viola e Baroni con la Lazio sono riusciti a portare le loro squadre a buoni livelli grazie a un calcio aggressivo e riconoscibile.
Un altro fattore importante è la questione degli attaccanti. Molti puntano il dito contro le difficoltà di Vlahovic, il quale, nonostante tutto, ha segnato sei gol, più di quanto abbia fatto Lukaku. Tuttavia, il Napoli non si affida esclusivamente a un singolo giocatore per segnare, ma trova soluzioni alternative. Palladino e Baroni, ad esempio, non si sono limitati a un unico bomber, dimostrando che altre squadre possono fare a meno di un unico marcatore di riferimento.
Il terzo punto riguarda l’instabilità nella formazione. Thiago Motta ha cambiato spesso gli undici titolari, alternando giocatori come Gatti, Danilo, Yildiz, Mbangula, Thuram e Fagioli. Anche altre squadre come Napoli, Inter, Atalanta, Fiorentina e Lazio cambiano formazione, ma riescono comunque a mantenere una certa stabilità negli schieramenti base. L’incapacità di dare certezze ai giocatori è un problema che la Juventus deve affrontare con urgenza.
Gli infortuni rappresentano un altro possibile alibi, ma non dovrebbe essere così. La Juve ha effettivamente affrontato l’assenza di giocatori importanti come Bremer, ma Thiago Motta, essendo alla guida della squadra dall’inizio della stagione, ha avuto tempo e risorse per pianificare una strategia adeguata. La scelta di non prendere un vice per Vlahovic, ad esempio, era nota fin dall’inizio e non può essere considerata una giustificazione valida.
Infine, i punti accumulati. È vero che la Juve è ancora in una buona posizione, ma il confronto con la Roma di Juric, che ha ottenuto lo stesso numero di punti, mette in luce una certa discrepanza. Juric è a rischio esonero, nonostante non abbia costruito la squadra che allena, mentre a Thiago Motta sembra offensivo chiedere di più. Il passato di Motta come giocatore di livello eccellente e il suo approccio innovativo come allenatore dovrebbero essere il trampolino di lancio per ambire a molto di più.
In sintesi, la Juventus ha tutto il potenziale per essere una contendente seria per il titolo. Dopo una campagna acquisti significativa, con investimenti superiori a 160 milioni di euro, le aspettative sono alte. È fondamentale che la squadra metta da parte gli alibi e si concentri sul raggiungimento degli obiettivi che i tifosi si aspettano, lottando per lo scudetto in un campionato che promette di essere combattuto fino alla fine.
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