Bernard Hinault, una delle leggende del ciclismo, ha celebrato il suo 70° compleanno lo scorso sabato in un evento che è stata una vera e propria festa in suo onore, tenutasi a Bruz, un comune in Bretagna. Per l’occasione, è stato invitato uno chef di fama internazionale, Christian Le Squer, noto per la sua cucina gourmet al ristorante del Georges V di Parigi. Questo evento ha richiamato l’attenzione non solo per la presenza di un grande chef, ma anche per il significato che ha avuto nel celebrare la vita e la carriera di uno dei ciclisti più iconici della storia.
Hinault ha raggiunto livelli di eccellenza che pochi possono eguagliare, avendo vinto cinque Tour de France e avendo avuto un impatto duraturo sullo sport. Tra i 130 ospiti presenti alla sua festa c’erano due vincitori di Tour, Joop Zoetemelk e Bernard Thevenet, insieme al presidente dell’Uci, David Lappartient. Tuttavia, la partecipazione di Eddy Merckx, un altro grande del ciclismo, è stata delusa all’ultimo momento a causa della sua attuale avversione ai viaggi. Merckx e Hinault sono stati tra i pochi ciclisti nella storia a vincere 11 grandi giri, e Hinault, noto anche come “Le Blaireau” (il Tasso), è stato l’ultimo dei grandissimi prima dell’avvento di Tadej Pogacar.
Intervistato durante i festeggiamenti, Hinault ha condiviso i suoi pensieri sulla vita e sulla carriera. Quando gli è stato chiesto se il suo 70° compleanno fosse diverso dal 69°, ha risposto con una certa nonchalance: “In realtà, no! È la stessa cosa. E quando non si hanno malattie, o preoccupazioni particolari, vuol dire che sta andando tutto bene”. Questo spirito positivo riflette la sua gratitudine per il talento che la natura gli ha dato e per le opportunità che ha avuto di coltivarlo. Hinault ha anche parlato del suo piacere nel continuare a pedalare, ammettendo di trovare vantaggio nell’uso della bici elettrica, un aspetto che ha suscitato una certa comprensione da parte del suo amico Francesco Moser.
Un altro tema toccato da Hinault è stato il suo status di mito nel mondo del ciclismo. “Ma è proprio sicuro che io lo sia, adesso? Lo sono stato nella mia epoca”, ha affermato, riconoscendo che ogni era ha avuto i suoi protagonisti. Ha anche minimizzato i rimpianti riguardo alla sua carriera, affermando di non averne, poiché ha avuto il privilegio di ritirarsi quando ha scelto di farlo, a soli 32 anni, un’opzione rara per molti atleti.
Il discorso è poi passato al ciclismo femminile, che Hinault ha descritto come “spettacolare”. Ha elogiato le recenti performance, in particolare il Tour de France femminile, vinto da Katarzyna Niewiadoma per soli 4 secondi su Demi Vollering. Questo evento ha dimostrato l’emergere crescente del ciclismo femminile e la sua capacità di attrarre l’attenzione del pubblico.
Quando si è parlato di Pogacar, Hinault ha espresso grande fiducia nel giovane ciclista sloveno, prevedendo che se continuerà su questa strada, potrebbe superare i record storici. “Per me, se non avrà incidenti, ce la farà e senza troppi problemi!”, ha affermato, ammirando il fatto che Pogacar ha già vinto tre Tour de France a soli 26 anni. Hinault ha anche accennato alla possibilità che Pogacar possa tentare una tripletta Giro-Tour-Vuelta, esprimendo la sua convinzione che ciò possa accadere in un futuro prossimo.
Tuttavia, ha anche sollevato una questione importante riguardante il ciclismo francese, notando con rammarico che attualmente non vede ciclisti francesi in grado di competere per vincere il Tour de France. Ha persino ipotizzato che potrebbe arrivare prima un vincitore africano piuttosto che un francese, guardando con interesse allo sviluppo del ciclismo in Africa. Ha annunciato la sua intenzione di visitare il Ruanda per i primi Mondiali di ciclismo nel continente, un evento che rappresenta una pietra miliare storica e un’opportunità per ispirare nuove generazioni di ciclisti.
In questo contesto, Hinault ha parlato anche di Girmay, un ciclista eritreo che ha recentemente conquistato l’ultima maglia verde del Tour, sottolineando quanto questo possa ispirare tantissime persone. La sua visione per il futuro del ciclismo è piena di speranza e attesa, riflettendo la sua passione per uno sport che continua a evolversi e a sorprendere. La sua eredità è indiscutibile, e mentre celebra questo traguardo personale, rimane un osservatore attento e un sostenitore del ciclismo, pronto a vedere come si svilupperà il panorama ciclistico nei prossimi anni.
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