Isak Hien, difensore dell’Atalanta, ha vissuto un cambiamento straordinario nella sua carriera, passando da un attaccante che faticava a segnare a uno dei leader della difesa atalantina. Solo sei anni fa, nel 2018, Hien si trovava in una situazione difficile: “Sì, ma non segnavo e con il mio allenatore dell’epoca abbiamo pensato a come trovare una soluzione…”. Oggi, nel 2024, il suo percorso è un esempio di crescita e adattamento.
Sotto la guida di Gian Piero Gasperini, l’Atalanta ha compiuto notevoli progressi. Hien descrive l’atmosfera all’interno del club: “Ogni partita e ogni settimana questa squadra dimostra di voler migliorare. Non ci accontentiamo mai, vogliamo essere sempre più forti. Questo spirito è la nostra forza”. La società, guidata dalla famiglia Percassi e dal direttore sportivo D’Amico, crea un ambiente familiare che si riflette nel legame con i tifosi. “Qui siamo tutti uniti, sia nelle vittorie che nelle sconfitte”, afferma Hien.
Gasperini lavora con Hien su dettagli specifici, come la posizione in marcatura durante i duelli aerei. “Avevo l’abitudine di stare alle spalle del centravanti, ora lavoro a starci di fianco per cercare l’anticipo”, spiega il difensore. Questo approccio ha migliorato la sua visione di gioco e la capacità di anticipare le azioni avversarie. Hien sottolinea anche l’importanza di non buttare la palla, ma di sviluppare il gioco partendo dalla difesa. “Lavoriamo tanto su questo aspetto, e abbiamo margini di crescita”, dice.
Sabato sera, l’Atalanta affronterà il Parma in una partita delicata dopo una pausa. “Dobbiamo mettere il massimo dell’attenzione”, avverte Hien, ricordando che l’ultima amichevole contro il Parma, terminata 4-1 per gli emiliani, ha mostrato la loro forza. “Non abbiamo vinto prima di scendere in campo, dobbiamo giocarla e farlo bene per non prendere gol”. La solidità difensiva dell’Atalanta è evidente: in Champions League non hanno subito gol, mentre in campionato hanno incassato solo quattro reti, di cui tre ininfluenti. Hien riconosce che “per i nostri avversari è dura affrontarci”.
Ma cosa pensa Hien dello scudetto? “Non è un pensiero attuale, anche se la gente ne parla. Sappiamo che il campionato è lunghissimo e dobbiamo concentrarci sulla prossima gara”, spiega. Gasperini, noto per il suo approccio pragmatico, invita a rimandare il discorso scudetto a mesi successivi, e Hien sembra condividere questa filosofia.
La sua vita personale è altrettanto interessante. Figlio di una madre svedese e di un padre ghanese, Hien considera il suo mix di culture una fortuna. “Sono molto legato ai miei genitori e ho sempre giocato a calcio con i miei fratelli. I nostri genitori non ci hanno mai messo pressione, e gliene saremo sempre riconoscenti”, racconta. Ha visitato diverse volte il Ghana dai parenti paterni, un’esperienza che lo ha arricchito. “In Ghana c’è una grande voglia di condividere la quotidianità, mentre in Svezia le amicizie sono più riservate. In Italia, invece, le persone sono molto aperte e comunicative”, osserva.
Hien ha anche parlato delle sfide iniziali nel suo arrivo in Italia. “Non ero pronto per la Serie A, i primi sei mesi sono stati difficili, sia fisicamente che tatticamente”, ricorda. Tuttavia, grazie alla sua determinazione e al supporto di Gasperini, ha rapidamente trovato il suo posto nella squadra. Ora parla tre lingue: svedese, inglese e italiano, e ha espresso il desiderio di imparare anche il ghanese, grazie alla sua eredità culturale.
Con un così ricco background e una carriera in continua ascesa, Hien rappresenta non solo un esempio di adattamento e crescita, ma anche la forza di un’Atalanta che punta a rimanere competitiva a tutti i livelli, affrontando ogni sfida con determinazione e spirito di squadra.
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