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Guardiola smentisce voci di addio al City

Le recenti dichiarazioni di Pep Guardiola durante un’intervista al programma “Che tempo che fa” su La Nove hanno suscitato grande interesse tra appassionati di calcio e addetti ai lavori. L’allenatore del Manchester City ha affrontato diverse questioni, tra cui le voci insistenti che lo vedrebbero vicino a lasciare il club inglese, o addirittura assumere il ruolo di commissario tecnico dell’Inghilterra. Con il suo solito stile diretto e trasparente, Guardiola ha prontamente smentito queste indiscrezioni, affermando che, al momento, non ha preso alcuna decisione riguardo al suo futuro. “Lasciare il City? Non è vero. Devo riflettere. Nuovo allenatore dell’Inghilterra? Neanche questo è vero. Se avessi deciso lo direi. Neanche io lo so”, ha dichiarato.

Un lato ironico e scherzoso

La conversazione, condotta da Fabio Fazio, è stata anche un’occasione per Pep di mostrare il suo lato più ironico e scherzoso. Infatti, ha lanciato l’idea, ovviamente in tono giocoso, di trasferirsi in Italia come assistente di Roberto Baggio, leggenda del calcio italiano e suo ex compagno di squadra al Brescia. Questo accenno ha strappato un sorriso agli spettatori e anche allo stesso Baggio, che è intervenuto in collegamento video durante la trasmissione.

L’eredità di Johan Cruijff

Durante l’intervista, Guardiola ha ricordato con affetto Johan Cruijff, il leggendario calciatore e allenatore olandese, che ha avuto un impatto significativo sulla sua carriera. Cruijff, che è stato il suo allenatore al Barcellona, ha lasciato un’impronta indelebile nella sua visione del calcio e sulla sua metodologia di allenamento. “Non mi immagino il mio percorso nel calcio senza la figura di Cruijff. Mi ha insegnato tanto a livello tattico ma soprattutto l’intuizione che anche se qualcosa va male significa che deve venirne una buona”, ha spiegato Guardiola, sottolineando l’importanza di Cruijff come mentore e fonte d’ispirazione.

Il ricordo di Carlo Mazzone

Un altro momento toccante dell’intervista è stato il ricordo di Carlo Mazzone, l’allenatore che ha guidato Guardiola durante la sua esperienza al Brescia. Il tecnico catalano ha raccontato con nostalgia il suo rapporto con Mazzone, ricordando un episodio particolare quando, vedendolo protestare sotto la curva dell’Atalanta, pensò: “Questo è il mio allenatore”. La loro relazione fu segnata da un legame profondo, nonostante l’iniziale scetticismo di Mazzone che, al primo incontro, gli disse: “Aho, nun te volevo qui”. Tuttavia, col tempo, nacque un rapporto di reciproca stima e amicizia.

L’ammirazione per Roberto Baggio

Non poteva mancare un accenno a Roberto Baggio, con cui Guardiola ha condiviso il campo al Brescia. L’ammirazione del tecnico catalano per Baggio è palpabile, descrivendolo non solo come un calciatore di straordinario talento, ma anche come una persona di grande umanità. “Baggio? Se piango adesso mi dispiace. L’ho conosciuto alla fine della sua carriera. Aveva un ginocchio che era una lavatrice ed era fortissimo. Posso immaginare quando era all’apice”, ha detto, evidenziando il carisma e la simpatia che Baggio trasmetteva a chiunque lo incontrasse.

Un aneddoto curioso

Un aneddoto curioso condiviso da entrambi durante la trasmissione riguarda il cane di Baggio, che portava con sé agli allenamenti. Questo episodio ha coinvolto anche Mazzone, noto per la sua paura dei cani, e ha regalato un momento di leggerezza e ilarità ai telespettatori. Baggio ha raccontato come Mazzone, pur infastidito dalla presenza del cane, finì per accettarla con il suo tipico spirito ironico: “Ahò, e fatelo giocà. Dategle un biscotto”.

Un Guardiola a tutto tondo

L’intervista ha permesso di vedere un Guardiola a tutto tondo, non solo come allenatore di successo, ma anche come uomo capace di riflettere sul suo percorso, di rendere omaggio a chi lo ha ispirato e di condividere con leggerezza aneddoti del passato. Queste qualità lo rendono una figura amata e rispettata nel mondo del calcio, un leader che continua a influenzare il gioco con la sua visione e passione.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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