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Gravina avanza con una proposta vincente

La dinamica dello sport in Italia è in continua evoluzione, e il recente dibattito sul nuovo Statuto della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) lo dimostra chiaramente. L’attenzione si concentra sulla proposta avanzata dal presidente Gabriele Gravina, che mira a modificare la struttura rappresentativa all’interno della federazione, con l’obiettivo di bilanciare il peso economico e sociale dei vari settori del calcio professionistico e dilettantistico.

Il contesto attuale vede Gravina in una posizione determinata nel portare avanti il suo progetto, nonostante le riserve espresse da Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A. Casini ha sottolineato come la rappresentanza attribuita alla Serie A non sia sufficiente, un punto che è stato al centro delle discussioni nella recente Assemblea di Lega. Tuttavia, Gravina è deciso a presentare la sua proposta entro il 30 ottobre, accogliendo alcune delle richieste avanzate dai club di Serie A. Un esempio è la questione delle licenze nazionali e del numero di giocatori extracomunitari, dove si è scelto di mantenere lo status quo piuttosto che affidare la decisione alla Giunta CONI.

La revisione dello statuto

La revisione dello Statuto è motivata dall’emendamento Mulè, che richiede una maggiore rappresentanza dei club professionistici nei processi decisionali, proporzionata al loro contributo economico nel sistema calcistico. Gravina ha proposto che la Serie A veda aumentare i propri consiglieri federali da tre a quattro, e il suo peso elettorale in Assemblea dal 12% al 18%. Parallelamente, la Serie B vedrebbe un aumento dal 5% al 6%, mentre la Lega Pro vedrebbe una riduzione dal 17% al 12%. Questa ristrutturazione porterebbe il comparto professionistico al 36% del peso complessivo, superando il 34% attualmente detenuto dai Dilettanti.

L’importanza dei dilettanti

Gravina ha giustificato il mantenimento del peso dei Dilettanti, facendo riferimento all’articolo 33 della Costituzione Italiana, che assegna allo sport una funzione sociale, un ruolo che la Lega Nazionale Dilettanti (LND) incarna appieno. In molti altri paesi, il peso di rappresentanza dei dilettanti è ancora più significativo, arrivando anche al 60%. Pertanto, secondo Gravina, la proposta riflette un equilibrio tra esigenze economiche e sociali.

Autonomia delle leghe

Un altro punto cardine della proposta di Gravina è il riconoscimento dell’autonomia organizzativa delle Leghe, con un particolare accento sulla Serie A. Questa autonomia, stando alle dichiarazioni di Gravina, potrebbe essere più estesa rispetto a quella di altre grandi competizioni internazionali, come la Premier League inglese. La Serie A, inoltre, avrebbe un diritto d’intesa su questioni che la riguardano esclusivamente, garantendo una maggiore indipendenza nelle decisioni.

Un dibattito ancora aperto

La questione, tuttavia, è ancora aperta. Fino al 1° novembre, i delegati possono avanzare emendamenti alla proposta di Gravina. La Serie A potrebbe richiedere ulteriori modifiche, come l’aumento dei consiglieri e un peso elettorale maggiore. Tuttavia, la proposta di Gravina sarà la prima ad essere votata nell’Assemblea del 4 novembre. Se otterrà la maggioranza più uno dei voti, le altre proposte diverrebbero irrilevanti, a meno che non si tratti di emendamenti integrativi che verrebbero comunque considerati.

Implicazioni future

L’assemblea straordinaria rappresenta un momento cruciale per il futuro del calcio italiano. Mentre il presidente della Lega Serie A, Casini, ha ribadito la necessità di ulteriori discussioni, sottolineando che il meccanismo della Giunta CONI non era considerato soddisfacente, altre figure chiave come Claudio Lotito, noto sostenitore di una Serie A più forte, hanno espresso il loro sostegno alla necessità di un rafforzamento della rappresentanza della Serie A, nel rispetto delle normative vigenti.

Questo dibattito non riguarda soltanto la distribuzione di potere all’interno della FIGC, ma riflette anche le tensioni e le dinamiche più ampie tra i diversi attori del calcio italiano, tra esigenze di autonomia, peso economico e ruolo sociale dello sport. Il risultato di queste discussioni avrà implicazioni significative per la governance del calcio in Italia, con effetti che potrebbero estendersi oltre i confini nazionali, influenzando il modo in cui lo sport viene gestito e percepito a livello internazionale.

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