La Formula 1 si dirige questo fine settimana al di là dell’Equatore, a Melbourne, per il Gran Premio d’Australia uno degli appuntamenti più tradizionali del calendario.
Il Gp d’Australia è uno dei più longevi del calendario: ha quasi 40 anni, considerando che la prima edizione è stata disputata ad Adelaide nel 1985. I 5,278 km del circuito hanno spesso sorriso a Lewis Hamilton, che ha totalizzato ben 8 pole position. Il record di vittorie è invece saldamente in mano a Michael Schumacher che ne ha quattro. Fra le curiosità, anche quelle legate alle prime volte. Il GP d’Australia è stata la prima gara a essere rinviata per il Covid nel 2020. Ed è anche l’unica ad aver visto un terzo dei partecipanti costretti al ritiro al primo giro. Era il 2002 e ben otto delle 24 monoposte in gara abbandonarono il circuito per un incidente più spettacolare che drammatico. A innescare la carambola, la Williams di Ralf Schumacher che ha letteralmente sorvolato la Ferrari di Rubens Barrichello, fortunatamente senza atterrarci sopra. Qui, fra l’altro, Max Verstappen ha registrato il suo ultimo DNF, ovvero did not finish, meglio inteso come ritiro. Era il 2022. Da allora, la sua Red Bull non ha mai avuto un problema.
Favorito d’obbligo, Max Verstappen che ha iniziato la sua ultima difesa del titolo di F1 in grande stile facendo seguito alla vittoria nell’apertura della stagione in Bahrein con un’altra prestazione dominante una settimana dopo in Arabia Saudita, mentre la Red Bull ha lasciato il Medio Oriente vantando un record di doppiette al 100%. Finora, la Ferrari sembra il team con più assi nella manica, compresa la scoperta di Oliver Bearman: Charles Leclerc si è qualificato in prima fila a Sakhir e ha diviso le Red Bull sulla griglia a Jeddah e ha centrato sinora due podi in altrettanti GP.
Mercedes, McLaren e Aston Martin stanno spingendo forte per comprendere le loro nuove auto ed entrare in corsa, ma la sensazione è che in Australia possa esserci maggiore equilibrio. Il gruppo sembra essere più ristretto che mai; basti pensare ai meno di 1,5 secondi che hanno fatto la differenza dalla P1 alla P20 durante la Q1 in Arabia Saudita. Questo significa che anche un guadagno o una perdita di solo pochi decimi possono rivoluzionare lo scenario in griglia. Ecco perché complice una molto diversa nelle prime fasi di questa corsa intorno al mondo è lecito attendersi qualche sorpresa, perlomeno dietro le Red Bull.
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