Nel giorno della presentazione dell’arrivo del Giro d’Italia a Roma, tutti hanno avuto la stessa sensazione. Pogacar ha praticamente già vinto la corsa rosa. Le caratteristiche del tracciato del 2024 sembrano cucite addosso allo sloveno, per esaltarne le qualità. Insomma, una lunga passerella sino a Roma, dove con ogni probabilità potrebbe festeggiare un giro intero indossando la maglia rosa.
Tadej Pogacar non ha mai iniziato la stagione così forte. In nove giorni di corsa, si è portato a casa cinque vittorie, ed allargando il range ai podi, si arriva a sette piazzamenti fra i primi tre. In pratica lo sloveno non è riuscito a salire sui primi tre gradini della classifica solo quando la corsa si è risolta in volata. I numeri sono impressionanti. Alla Volta a Catalunya ha dominato dal primo all’ultimo giorno divorando asfalto e avversari. A un mese dall’inizio del Giro d’Italia considerando anche la concorrenza ai nastri della partenza, la sensazione è che per lui sia una corsa a tappe più che altro di “riscaldamento” in vista del Tour del France.
La prima tappa, da Venaria Reale a Torino, prevede già delle difficoltà altimetriche, quindi se Pogacar ne avesse voglia, potrebbe prendersi la maglia al primo giorno. E dopo 24 ore chiudere virtualmente i giochi. La procedura è semplice. Nella tappa di Torino screma il gruppo, in quella di Oropa assesta il colpo per poi gestire il vantaggio nei giorni successivi, grazie anche a una squadra fortissima che rende quasi impossibile attaccarlo. Neanche aspettarlo può essere la soluzione giusta perché se parte, nessuno dei partecipanti è in grado di stargli a ruota. Anticiparlo, anche peggio: si rischia, come si dice nel gergo, di “saltare in aria” per tenerlo dietro. Ecco perché tutto lascia credere che si assisterà a un monologo.
L’organizzazione del Giro d’Italia ha scelto di combattere la “noia” e anticipare lo spettacolo proponendo, sin dalle primissime tappe, arrivi in alta quota. Secondo Cairo, patron della RCS organizzatrice della corsa rosa, le prime due tappe, una ondulata, l’altra con arrivo in salita daranno immediatamente brio alla gara. Sicuramente vero, come è altrettanto innegabile che Pogacar non aspetti altro per chiudere la gara in 48 ore e con 18 giorni di anticipo. Un rischio comunque calcolato anche perché avere un campione come lo sloveno val bene la… noia total di vedere il Giro d’Italia trasformarsi nel giro di Tadej, destinato a trionfare ovunque la strada si inerpichi.
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