Il 27 gennaio di ogni anno, il mondo si ferma per ricordare una delle pagine più buie della storia umana: la Shoah. Questa giornata, proclamata ufficialmente nel 2005 dalle Nazioni Unite, rappresenta un momento di riflessione e commemorazione per le milioni di vite spezzate durante l’Olocausto. Anche il mondo del calcio si unisce a questo importante richiamo alla memoria, sottolineando l’importanza di trasmettere conoscenza e sensibilizzazione per combattere ogni forma di discriminazione.
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha espresso in modo chiaro e deciso l’impegno della federazione nel portare avanti questa missione. “Ricordare è il nostro impegno per il presente e per il futuro”, ha dichiarato Gravina, evidenziando come il ricordo non debba limitarsi a un semplice atto commemorativo, ma debba trasformarsi in un’azione concreta per educare le nuove generazioni. “Trasformare il dolore in consapevolezza e l’orrore in speranza” è una delle frasi chiave del suo discorso, che riassume l’essenza di ciò che la Giornata della Memoria rappresenta.
L’80° anniversario della liberazione di Auschwitz
Quest’anno, in particolare, ricorre l’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, uno dei simboli più tragici dello sterminio. In occasione di questo anniversario, la FIGC ha patrocinato, insieme alla Lega Pro e Coop Alleanza 3.0, un’importante iniziativa denominata “In gioco per l’uguaglianza”. L’evento si è svolto allo stadio “Paolo Mazza” di Ferrara il 23 gennaio, e ha visto la partecipazione di studenti e giovani calciatori, con l’obiettivo di trattare storie legate al calcio, alla Shoah e alla lotta contro il razzismo.
L’incontro ha avuto un carattere educativo e culturale, culminando con una visita al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS). Gli studenti del Liceo A. Roiti, indirizzo Sportivo, e le squadre del settore giovanile della SPAL hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con esperti e autori che hanno dedicato la loro carriera a raccontare storie di resistenza e speranza.
Storie di resistenza e inclusione
Tra i relatori, il giornalista e scrittore Adam Smulevich ha presentato il suo libro “Un calcio al razzismo. 20 lezioni contro l’odio”, che affronta il tema della discriminazione nel mondo dello sport. Smulevich ha condiviso storie toccanti che mettono in luce come il calcio possa essere un potente strumento di inclusione e cambiamento sociale. Ha parlato anche di figure emblematiche come Raffaele Jaffe, presidente del Casale, morto ad Auschwitz, che ha contribuito a far vincere una storica scudetto alla sua squadra nel 1914.
Insieme a Smulevich, erano presenti Paolo Poponessi e Roberto Di Veroli, autori del libro “Una stella in campo. Giovanni di Veroli. Dalla persecuzione razziale al calcio in Serie A”. La loro opera narra la storia di Giovanni di Veroli, un calciatore costretto a vivere nell’ombra a causa delle leggi razziali italiane, ma che ha trovato nella sua passione per il calcio un modo per resistere e affermarsi.
L’importanza della memoria
Amedeo Spagnoletto, direttore del MEIS, ha sottolineato l’importanza di iniziative come queste, che collegano il mondo dello sport e della cultura, contribuendo a costruire una società più giusta e inclusiva. Anche Joe Tacopina, presidente della SPAL, ha espresso il suo sostegno all’iniziativa, rimarcando quanto sia fondamentale per le nuove generazioni comprendere il valore della memoria storica.
Il coordinatore regionale del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, Massimiliano Rizzello, ha coordinato l’evento, che ha visto anche la partecipazione del presidente della Lega Pro, Matteo Marani, che ha inviato un messaggio di saluto. Marani ha evidenziato come il calcio possa essere un veicolo di valori positivi, come la solidarietà e il rispetto, fondamentali nella lotta contro ogni forma di odio e discriminazione.
Le parole di Gravina e degli altri relatori risuonano forti e chiare, ricordandoci che la memoria non è solo un atto privato, ma un dovere collettivo. È necessario trasmettere la conoscenza delle atrocità passate affinché la storia non si ripeta. La Giornata della Memoria diventa così un appello all’azione, un invito a ognuno di noi a fare la propria parte nella costruzione di un futuro migliore, dove l’umanità possa prevalere sull’odio e la divisione.
Il mondo del calcio, attraverso queste iniziative, si pone quindi come un faro di speranza e un modello di inclusione, dimostrando che lo sport può e deve essere un luogo di incontro e rispetto, capace di unire le persone al di là delle loro differenze. In un momento storico in cui le tensioni sociali sembrano aumentare, è fondamentale che tutti, dalla federazione ai club, fino ai tifosi, si impegnino a ricordare e a combattere contro ogni forma di intolleranza.