Giorgio Napolitano ha lasciato questo mondo e un vuoto incolmabile nella storia italiana, non solo politica ma anche sportiva. Uomo di grandissimo spessore, il Presidente Emerito è stato un “novello” Giulio Cesare. È stato eletto, per il suo primo mandato, il 15 maggio del 2006, giusto in tempo per assistere alla cavalcata trionfale della nazionale Campione del Mondo del 2006. Collare d’oro dello Sport, nonché l’ultimo nostro Capo di Stato ad aver assistito alla Cerimonia d’Apertura di un’edizione dei Giochi Olimpici (Londra 2012). Ma quali sono stati i rapporti con il successo della Nazionale italiana degli altri presidenti?
Nel 1982, l’Italia è un paese frammentato, che si unisce, tassello dopo tassello, in un puzzle compattato dall’affresco sportivo della nazionale di Calcio di Enzo Bearzot che vince, contro ogni pronostico, il Mondiale del 1982 e regala alla nazione il terzo titolo mondiale, 44 anni dopo l’ultimo successo. Sugli spalti del Bernabeu, che ospita l’ultimo atto di quella avventura sportiva straordinaria, c’è uno dei Presidenti della Repubblica più amati dagli italiani: Sandro Pertini. Memorabili, le sue esultanze al di fuori del protocollo, con tanto di esultanza a braccia alzate e il “Non ci prendono più” dopo il 3-0 di Altobelli. Indimenticabile anche il viaggio di ritorno in Italia, con la partita a scopone fra il Presidente, il capitano Zoff, il CT Bearzot e il “senatore” Causio.
Sergio Mattarella ha un rapporto più unico che raro con i successi. L’attuale Presidente della Repubblica sale per la prima volta al Quirinale nel 2015, periodo che coincide con il momento calcisticamente più buio della recente storia azzurra che manca per due edizioni consecutive la fase finale di un Campionato del Mondo.
Il Presidente si riscatta con la vittoria degli Europei nel 2021 ma non ha ancora vinto un mondiale, primato che condivide con Giovanni Gronchi, in carica dal maggio del 1955 a quello del 1962. Presidenza agrodolce per Giuseppe Saragat, che vive l’onta della sconfitta con la Corea del Nord al Mondiale del 1966 ma anche spettatore privilegiato e d’onore del primo Europeo vinto in casa, a Roma, nel 1968.
Ci sono però anche i Presidenti della Repubblica con “zeru tituli”. Enrico De Nicola (1948), Luigi Einaudi (1948-1955), il succitato Giovanni Gronchi, Giovanni Leone (1971-1978). Ma anche Francesco Cossiga (1985-1992), che ha vissuto la cocente delusione di Italia’90 e Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999), che ha pagato la maledizione dei calci di rigore. Sfiorato il Mondiale dagli undici metri nel 1994 (Baresi, Massaro e Baggio sbagliano nella finale con il Brasile) e il sogno svanire nell’Europeo del 1996 (errore di Zola contro la Germania) e nel 1998 (Italia eliminata dalla Francia ai quarti di finale dal dischetto, fatale la traversa centrata da Gigi Di Biagio).
Il più sfortunato è senza dubbio Carlo Azeglio Ciampi. Eletto nel 1999, vide sfumare la vittoria di un Europeo in pieno recupero e poi al golden gol contro la Francia nel 2000. Nel 2002 l’Italia è vittima dell’arbitraggio di Moreno (1-2 contro la Corea del Sud agli ottavi di Finale) e nel 2004 del “biscotto” (2-2 che elimina gli azzurri per differenza reti) all’Europeo confezionato da Svezia e Danimarca.
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