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Gattuso: la nuova era del calcio tra grinta e cuore

Gennaro Gattuso, ex centrocampista del Milan e della Nazionale italiana, ha sempre considerato il calcio come una vera e propria forma d’arte. In un’intervista rilasciata a Vivo Azzurro, ha condiviso le sue riflessioni su questo sport, sottolineando come, nonostante i cambiamenti nel tempo, alcuni valori fondamentali rimangano invariati. Secondo Gattuso, “grinta e cuore sono l’ABC del calcio. Senza voglia, senza anima non si può giocare”, esprimendo la determinazione che lo ha contraddistinto sia come calciatore che come allenatore.

il calcio e il mondo contemporaneo

L’analisi di Gattuso non si limita al gioco, ma si espande a un panorama più ampio. “Il calcio è cambiato, ma anche il mondo”, ha dichiarato, evidenziando come la tecnologia abbia rivoluzionato il modo in cui i giovani si approcciano allo sport. Ha notato che “si smanetta 24 ore al giorno sul telefonino; qualcosa di diverso ci deve essere anche da parte nostra”, invitando a tornare a concentrarsi su valori autentici come il sacrificio e la dedizione.

Per l’ex calciatore, la vera sfida consiste nel motivare i ragazzi talentuosi a non accontentarsi. “Mi dà fastidio vedere ragazzi con talento che alla prima difficoltà si abbattono. Bisogna rispettare un lavoro che per il 90% dei ragazzi era il gioco più bello del mondo e che poi è diventato un lavoro”, ha spiegato. Gattuso ha messo in guardia contro la mancanza di amore proprio e la rassegnazione, che possono portare a un’emorragia di talenti inespresso.

il percorso di gattuso nel calcio

Gattuso, attualmente allenatore dell’Hajduk Spalato, ricorda con nostalgia il suo percorso nel calcio, iniziato a 12 anni quando partì dalla Calabria. “Appena lasciata casa, dissi subito che non sarei tornato. A mamma e papà dissi che se non andava bene nel calcio, me ne andavo a lavorare in Germania”, racconta, evidenziando il coraggio e la determinazione che lo hanno sempre contraddistinto. Ogni volta che indossava la maglia della Nazionale, rievocava i sacrifici e i sogni della sua infanzia.

Uno dei momenti più significativi della sua carriera resta il Mondiale vinto nel 2006. “Cosa significa essere campione del mondo? Non lo so, so soltanto che per me è stato un sogno”, ha confessato. Gattuso ricorda la vigilia della finale contro la Francia, quando il gruppo si recò al campo per un sopralluogo. “Vedevamo la Francia che si allenava a maniche corte sotto la pioggia; fisicamente erano messi nettamente meglio di noi. Ma Buffon, con la sua leadership, ci spronò dicendo che non ci avrebbero fatto paura”, ha raccontato, sottolineando l’importanza dell’aspetto mentale nel calcio.

affrontare le sfide personali

Oggi, Gattuso affronta anche una sfida personale: una malattia autoimmune chiamata miastenia, che lo accompagna da oltre 15 anni. “Ce l’ho da 15 anni e migliaia di persone mi scrivono per avere consigli su come affrontarla”, ha rivelato. La sua forza interiore e determinazione sono state decisive per affrontare questa condizione. “Rinuncio a molte cose, come un bicchiere di vino, ma ho sempre pensato che io sono più forte della malattia”, ha affermato con orgoglio, sottolineando l’importanza di non vergognarsi della propria condizione.

Gattuso ha anche espresso entusiasmo per la Nazionale attuale, sotto la guida di Luciano Spalletti. “La vedo bene, ha aggiunto molti ragazzi giovani con un piano ben preciso. Sono sicuro che andremo ai Mondiali”, ha dichiarato, dimostrando il suo attaccamento e la sua fiducia nel futuro del calcio italiano. Riguardo al Milan, ha commentato: “Aspettiamo sempre che faccia qualcosa in più. Hanno capito gli errori che hanno commesso e hanno fatto un grandissimo mercato. Speriamo che si riprenda”.

In conclusione, Gattuso ha parlato di altri allenatori come Sergio Conceição e Antonio Conte, evidenziando le loro qualità. “A livello di temperamento ci assomigliamo un po’. Conceição è un uomo molto forte, mentre Conte è un fenomeno, uno che non si ferma mai e ha una mentalità di acciaio”, ha concluso, mostrando il suo rispetto per i colleghi e la sua continua passione per il calcio, un amore che non smette mai di essere al centro della sua vita.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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