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Gatti e il controverso ‘mani’: la decisione dell’Aia scuote Como-Juventus

La recente partita tra Como e Juventus, disputata allo Stadio Giuseppe Sinigaglia, ha acceso un acceso dibattito tra tifosi e esperti. Al centro della controversia c’è stato un episodio che ha coinvolto il difensore bianconero Federico Gatti. Durante il match, un tocco di mano del calciatore ha sollevato le proteste del Como, che ha chiesto un rigore, ma l’arbitro ha deciso di non concederlo. A chiarire la posizione dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) è intervenuto Elenito Di Liberatore, esperto di VAR e componente dell’AIA, durante il programma ‘Open Var’ su DAZN.

La spiegazione dell’AIA

Di Liberatore ha affermato che l’intervento di Gatti non è punibile, dichiarando: “Questo è un tocco di mano non punibile, ed è giusto non dare il rigore”. Ha aggiunto che Gatti ha semplicemente conteso lo spazio all’avversario e che il tocco del pallone è avvenuto in modo fortuito. Questa valutazione ha suscitato reazioni contrastanti, in particolare da parte del tecnico del Como, Cesc Fabregas, il quale ha espresso il suo disappunto per la decisione arbitrale, sottolineando come tali episodi possano influenzare il risultato di un incontro.

L’importanza del VAR

Di Liberatore ha portato un esempio da un’altra partita, Inter-Napoli, dove si è verificato un episodio simile. “Anche lì non si diede rigore”, ha detto, evidenziando la necessità di distinguere tra tocchi di mano punibili e quelli fortuiti. Il VAR ha giocato un ruolo cruciale in questo episodio, con i due ‘video referee’ presenti a Lissone che hanno esaminato l’azione da diverse angolazioni. Durante la revisione, uno dei varisti ha commentato: “Bisogna vederlo in dinamica”, suggerendo che il contesto potesse influenzare la decisione finale. Alla fine, il secondo varista ha concluso: “No, per me non è rigore”, evidenziando la complessità delle valutazioni che i direttori di gara devono affrontare.

Le reazioni e le implicazioni

La decisione di non concedere il rigore ha sollevato interrogativi sulla coerenza delle valutazioni arbitrali. Ogni partita presenta situazioni uniche, e la gestione del VAR mira a garantire un arbitraggio giusto. Tuttavia, episodi come quello di Como mettono in luce le difficoltà nel definire criteri chiari e univoci. La risposta dell’AIA, attraverso Di Liberatore, chiarisce che non tutte le situazioni di mano sono punibili, ma le interpretazioni possono variare a seconda del contesto.

Fabregas ha espresso il suo disappunto in conferenza stampa, evidenziando la frustrazione che tali decisioni possono causare nel corso del campionato. Ha sottolineato l’importanza di ogni punto, specialmente per una squadra come il Como, in lotta per la salvezza. Il tecnico ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità di una maggiore chiarezza nelle regole del gioco, in particolare riguardo agli episodi di mano, che continuano a generare confusione.

In ogni caso, la partita ha visto la Juventus portarsi a casa tre punti preziosi, consolidando la sua posizione nella parte alta della classifica di Serie A. Con questa vittoria, i bianconeri hanno dimostrato forza e determinazione, nonostante le polemiche che spesso circondano le loro prestazioni.

L’episodio del tocco di mano di Gatti non è isolato, poiché la Serie A è frequentemente teatro di situazioni controverse legate all’uso del VAR e alla valutazione degli arbitri. La capacità di analizzare e interpretare questi momenti chiave è essenziale per il progresso del calcio italiano, e l’AIA sembra determinata a migliorare continuamente le proprie procedure per garantire un arbitraggio più equo.

Con l’avvicinarsi della fine della stagione, ogni decisione arbitrale avrà un impatto significativo sulle sorti delle squadre. La sfida di mantenere coerenza e chiarezza nelle valutazioni arbitrali rimane una delle principali preoccupazioni per l’AIA, mentre le squadre continuano a combattere per i propri obiettivi, che siano la lotta per il titolo, per la Champions o per la salvezza.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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