Il 19 ottobre è stato un giorno speciale per il Milan e per Paulo Fonseca, il cui nome sembra quasi coincidere con la festività di San Paolo, portando con sé un tocco di ironia che non passa inosservato. Fonseca si è rivelato l’uomo del momento, grazie alle sue scelte strategiche che hanno condotto la squadra alla vittoria contro l’Udinese. Alcuni episodi chiave hanno richiesto l’intervento del VAR, e un pizzico di fortuna è stato senz’altro dalla sua parte. Un allenatore sa bene quanto sia importante avere il favore degli dei del calcio in certe situazioni.
Dopo la partita contro la Fiorentina, Fonseca ha deciso di alzare il tono della sua voce, chiamando i giocatori a una maggiore responsabilità. Non ha avuto paura di esprimere apertamente il suo disaccordo sui rigori non calciati da Pulisic e ha dimostrato di non temere il confronto diretto con i suoi giocatori. Le sue decisioni, tra cui tenere fuori Abraham per 73 minuti, Tomori per 88 e Leao per 102, sono state indicative di una strategia pianificata e coraggiosa. Rafa Leao, in particolare, è rimasto in panchina, suscitando curiosità e dibattiti tra i tifosi e gli esperti.
Le dichiarazioni di Fonseca nel pre-partita hanno chiarito che non si trattava di inviare messaggi subliminali, ma piuttosto di schierare in campo la formazione che riteneva più adatta per vincere. Ha scelto Noah Okafor, sottolineando l’importanza di avere una squadra pronta e completa per affrontare anche la sfida imminente in Champions League. L’assenza di Leao, soprattutto quando Morata ha mostrato segni di stanchezza, è stata una decisione ponderata, con Abraham e Loftus-Cheek chiamati a ricoprire ruoli chiave in attacco.
Leao dovrà rispondere sul campo, dimostrando di poter essere più presente, aggressivo e generoso durante le partite. La prestazione di Okafor, che ha giocato un tempo ma ha lasciato il segno, è stata significativa. Il suo contributo è stato determinante per la pericolosità dell’attacco milanista nel primo tempo, e il gol scaturito da una sua azione ne è la prova. Anche Chukwueze ha impressionato, non solo per il gol segnato, ma per la sua dedizione e volontà di sacrificarsi per il bene della squadra.
Un altro giocatore che ha brillato a San Siro è stato Youssouf Fofana. Fonseca ha sempre creduto nel suo potenziale, definendolo il mediano insostituibile della squadra. Fofana ha dimostrato di poter recuperare palloni, gestire il gioco e leggere le situazioni con intelligenza, elevando il suo status all’interno della rosa. In difesa, Thiaw e Pavlovic hanno offerto una prestazione sorprendente, nonostante fosse la loro prima volta insieme in campo come titolari. La loro abilità nel contenere le offensive dell’Udinese, in particolare i duelli con Lucca, è stata cruciale.
Fonseca, riflettendo su queste scelte e risultati, può ora sorridere con soddisfazione. Ha mostrato di avere una rosa versatile e capace di rispondere alle sue esigenze tattiche, permettendo al Milan di guardare al futuro con ottimismo. Le sfide future, a partire dalla partita di Champions League contro il Bruges, saranno un banco di prova importante per confermare il nuovo spirito che si respira in casa rossonera. La fiducia ritrovata e le prestazioni convincenti dei nuovi protagonisti potrebbero segnare l’inizio di un capitolo promettente per il Milan sotto la guida di Fonseca.
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