Sainz vince la prima gara della stagione con la Ferrari, interrompe la striscia Red Bull e si gode un successo che questa volta può definire tutto suo. Per lo spagnolo è la seconda vittoria alla guida della Rossa da quando ruppe il ghiaccio, a Silverstone, sfruttando un episodio legato a uno delle decisioni del muretto che tanto hanno fatto discutere lo scorso anno. Questa volta invece ha fatto tutto da solo, portando la SF 23 al traguardo con una gara attenta, coraggiosa e letta in modo perfetto nella gestione delle gomme. Inevitabili, fra i tifosi ferraristi, i paragoni fra lo spagnolo e Leclerc.
Da diverso tempo, specialmente in Spagna, si è aperto il “fronte Sainz”. Al netto delle preferenze, parlano i numeri e le statistiche: nel 2021 Sainz ha terminato il campionato davanti a Leclerc con una SF-21 che era molto simile a quella SF-23 che ha fatto penare, e non poco, piloti e tifosi della Rossa. In quel mondiale, il pilota monegasco aveva ottenuto due pole position, a Baku e Montecarlo ma nel Principato non prese parte alla corsa che vide Sainz chiudere al secondo posto. Un solo podio per Leclerc, che centra il secondo posto a Silverstone, a fine anno, contro i quatto di Sainz che però ha una maggiore regolarità nei piazzamenti e chiude quinto nel mondiale con 164,5 punti.
A fine anno precede Leclerc, settimo con 159 punti, di due posizioni. Il rapporto di forza cambia drasticamente nel 2022 quando la Ferrari sembra avere una monoposto in grado di puntare in alto. Leclerc ha saputo sfruttare al massimo il potenziale della Ferrari ma con una tendenza a commettere l’errore superiore allo spagnolo. Leclerc chiude con 3 vittorie, 12 podi e 9 pole position. Sainz chiude con una vittoria, 10 podi e tre pole position.
Il 2023 ha riportato la Ferrari indietro di due anni e anche i due piloti hanno mostrato un rendimento simile. Quanto basta per sostenere la tesi che con una vettura performante ad altissimi livelli, Leclerc raggiunge più facilmente il feeling con la monoposto. Va anche detto però che il suo tentativo di spingerla al limite, che spesso frutta giri da pole in qualifica, cozza con la tendenza all’errore legato allo “strafare”.
Una foga a volte eccessiva, che invece non appartiene a Sainz, pilota molto più regolare e che si trova a più a suo agio con una vettura più facile da controllare ma anche meno veloce. Leclerc invece stenta a tirare fuori tutto il talento, quasi “ingabbiato”. Due piloti dunque con caratteristiche diverse ma, numeri alla mano, tutto sommato alla pari.
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