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F1, Las Vegas ai raggi x: il verdetto è clamoroso

Las Vegas è alle spalle: la grande scommessa della Formula 1, a tal punto che Liberty Media, proprietaria del Campionato del Mondo, è la promotrice stessa del Gran Premio, con un investimento di 400 milioni di dollari. Era fondamentale riuscire a riportare Sin City nel calendario dopo il suo fallimento negli anni ‘80. E ha avuto successo? Al netto degli aspetti negativi e positivi dell’evento in Nevada, la gara ha ripagato tutto.

Tombini che saltano, spettacolo prefabbricato

 Quella in Nevada è stata una settimana molto intensa, considerato la scelta di correre di notte per garantire orari “europei”. Il weekend è cominciato malissimo: l’immagine del tombino che salta ha avuto due conseguenze disastrose: i gravi danni causati alla Ferrari di Sainz e lo sgombero del pubblico dalle tribune per motivi di sicurezza, che è già costato alla F1 una class action. I piloti non hanno gradito e Verstappen, come spesso gli è accaduto, non ha lasciato spazio alle interpretazioni. La sua sensazione è di “spettacolo” prefabbricato, a tratti eccessivo, ma tipico di Las Vegas.

F1 e Las Vegas, binomio spettacolare e attrattivo

Se dalle tribune è stato difficoltoso a volte capire cosa stesse realmente accadendo in pista, la trasmissione televisiva del GP di Las Vegas ha tutti gli ingredienti necessari per attirare l’attenzione. I circuiti urbani attirano sempre l’attenzione e se sono notturni, come Singapore o Abu Dhabi, sono una combinazione vincente. E in questo senso  Las Vegas è difficile da battere. Il connubio con la notte è così potente che anche i meno curiosi avranno scoperto che lì si è svolto un gran premio e in molti si sono interessati. A lungo la F1 ha ignorato gli Stati Uniti ma da quando Liberty Media ha rilevato il Mondiale, uno dei suoi obiettivi è stato quello di tornare di nuovo a un mercato importante quanto quello americano e stabilirsi lì. E un calendario con Miami, Austin e Las Vegas è un segnale abbastanza chiaro.

Alla fine ne è valsa la pena

Immagine | Epa

E poi c’è l’aspetto sportivo: che sia l’ultimo a essere preso in analisi, significa già di per sé molto su dove e come sta viaggiando il concetto di sport, legato ormai a doppio filo a quello di entertainment. In questo senso, un percorso lunghissimo di 6,2 chilometri con tre enormi rettilinei forti e tratti lenti a temperature fredde ha rimescolato le carte e i rapporti di forza.  Ne è scaturita una grande gara forse il GP più emozionante del 2023, sicuramente il più movimentato. È successo di tutto, tanto che a volte non c’erano abbastanza occhi o telecamere per vederlo. Non c’è stato tempo di annoiarsi e, solo per questo motivo, evidentemente Las Vegas merita un posto nella F1.

Luigi Pasquale Pellicone

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