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F1, GP Suzuka: Red Bull, match point mondiale costruttori

Da Singapore a Suzuka. La F1 si sposta sempre più in estremo oriente, celebrando il diciassettesimo appuntamento del mondiale in un circuito amatissimo dai piloti e che ha spesso scritto pagine indimenticabili della storia di questo sport.

Red Bull, mondiale a un passo, ma le curiosità sono altre

Immagine | Epa

In questo senso, la Red Bull è a un solo passo dal celebrare il titolo mondiale costruttori. Alla scuderia serve totalizzare un punto in più della Mercedes o, in alternativa, che la Ferrari ottenga 24 punti in più di quanto porteranno a casa Verstappen e Perez. Obiettivo, dunque, quanto mai alla portata. Le curiosità tuttavia sono altre. In tanti si interrogano sulla improvvisa difficoltà incontrate da Verstappen e Perez a Singapore.

Un problema passeggero o strutturale? Suzuka, in questo senso, dirà molto anche perché, rispetto a Singapore, si è su un altro pianeta. La pista a “8” che è amatissima da tutti i piloti, presenta curve veloci, saliscendi, staccate e un carico aerodinamico medio basso che usurerà gomme e metterà a durissima prova le Power Unit, chiamati al massimo sforzo per circa il 70% del GP. Una pista tecnica e veloce che dovrebbe restituire la solita Red Bull. Se non sarà così, significherà che le direttive tecniche imposte a Singapore e legate all’utilizzo delle ali flessibili potrebbero aver rimescolato clamorosamente i rapporti di forza.

Suzuka, il GP che ha deciso il mondiale

L’unica certezza è che Suzuka non decreterà il pilota campione del Mondo. Per certi versi una novità: il circuito, complice la collocazione in coda al calendario, è stato spessissimo protagonista dell’incoronazione iridata. In Giappone si sono assegnati ben 13 titoli mondiali, di cui uno particolarmente caro alla Ferrari, quello del 2000 con Michael Schumacher che ha interrotto un digiuno lungo 21 anni. E anche lo scorso anno Verstappen ha bissato il secondo titolo mondiale. Suzuka è stato anche teatro di scontri memorabili: basti pensare al 1990 quando i destini del titolo si decisero in poco meno di sette secondi, quelli necessari a Senna (McLaren) e Prost (Ferrari) per finire fuori pista alla prima curva.

Questione di ripicche: nel 1989 il francese cala il tris mondiale dopo un finale di mondiale rovente in cui i due si toccano: Senna rientra in pista e viene squalificato e non dimentica. Nel 1990 il brasiliano che scatta dietro, il francese non chiude la curva e centra in pieno la Ferrari. La gara e il mondiale si chiudono così e la rivalità fra i due diventerà ancora più acerrima.

Luigi Pasquale Pellicone

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