Franco Baresi è una figura iconica nel mondo del calcio, un simbolo del Milan e un esempio di leadership silenziosa ma potente. Con 64 anni di vita e 50 di questi dedicati al Milan, Baresi è un esempio vivente di dedizione e fedeltà. Ha trascorso vent’anni come calciatore nel club, di cui quindici come capitano, e ha collezionato ben 719 presenze ufficiali. La sua bacheca dei trofei è impressionante, con sei scudetti, tre Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.
Il suo impatto sul Milan è stato talmente significativo che è diventato il primo giocatore ad essere inserito nella neonata Hall of Fame della squadra rossonera. Martedì 22, esce il suo secondo libro, “Ancora in gioco”, scritto con Federico Tavola. Questo libro è un diario di viaggio tra i momenti e i luoghi che hanno segnato la vita di Baresi, offrendo ai lettori uno sguardo intimo sulle sue esperienze al di fuori del campo di calcio.
Ma perché, dopo la pubblicazione della sua autobiografia “Libero di sognare”, Baresi ha sentito il bisogno di scrivere un altro libro? L’occasione dei suoi cinquanta anni al Milan ha sicuramente giocato un ruolo importante, ma c’è di più. Baresi ha voluto raccontare le sue esperienze non solo come calciatore, ma anche come allenatore, dirigente e ora vicepresidente e ambasciatore del club. I suoi viaggi internazionali nei vari ruoli ricoperti sono stati per lui un’opportunità di crescita personale, una sorta di specchio che riflette chi è stato e cosa rappresenta per le persone che ha incontrato lungo il percorso.
I viaggi, come racconta Baresi, hanno aperto la sua mente e gli hanno permesso di imparare da persone con esperienze e conoscenze diverse dalle sue. Rispetto al Baresi di venti o trent’anni fa, oggi si sente più attento agli altri, consapevole che la persona viene sempre prima dell’atleta. È un concetto che spesso viene trascurato, ma per lui è fondamentale.
Nel libro, Baresi racconta anche di un incontro significativo a Manaus, in Brasile, con un’arciera indigena con un’infanzia difficile. Questo episodio lo ha spinto a riflettere sulla propria infanzia, altrettanto complicata. La perdita dei genitori in giovane età ha costretto lui e i suoi fratelli a crescere rapidamente, ma è stato grazie alla forza della famiglia e al supporto delle persone intorno a lui che è riuscito a superare le difficoltà.
Franco Baresi è un uomo di fede, cresciuto in una famiglia cristiana che gli ha trasmesso valori importanti. La fede non è mai stata messa in dubbio, perché, come dice lui, è stata sempre supportata da esempi concreti all’interno della sua famiglia.
Imporre la propria personalità in un ambiente come Milano non è stato semplice per Baresi, ma ci è riuscito grazie alla passione e alla dedizione. Dai suoi primi giorni a Milanello, dove si è sentito in paradiso, al debutto a 16 anni nella finale del Torneo di Viareggio, Baresi ha sempre seguito la sua strada con determinazione.
Nonostante il suo carattere riservato, Baresi ha sempre saputo lasciare il segno con il suo comportamento esemplare, sia dentro che fuori dal campo. Non ha mai avuto bisogno di alzare la voce per farsi ascoltare: il suo esempio e il suo comportamento quotidiano erano sufficienti per trasmettere i valori giusti ai suoi compagni di squadra.
Il libro “Ancora in gioco” non è solo un racconto delle sue esperienze, ma un invito ai lettori a comprendere cosa significhi realmente essere parte della storia del Milan. Attraverso le sue parole, Baresi ci invita a entrare nel suo mondo, a vivere le emozioni e le sfide che ha affrontato, e a comprendere la vera essenza di un leader che ha saputo fare della discrezione e dell’umiltà i suoi punti di forza.
Per i giovani che non hanno avuto la fortuna di vederlo giocare, Baresi rimane un esempio di integrità e passione, un simbolo di ciò che significa indossare la maglia del Milan e rappresentare i suoi valori. E per chi ha vissuto i suoi anni d’oro, Baresi è e sarà sempre un campione eterno, capace di ispirare generazioni di tifosi e calciatori.
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