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Eroico gesto di Garzelli per salvare la scuola di ciclismo

Stefano Garzelli: una nuova sfida

Stefano Garzelli, un nome che evoca ricordi di successi sportivi e di grandi imprese ciclistiche, oggi affronta una sfida ben diversa. Lo raggiungiamo telefonicamente mentre, con energia e determinazione, spalando fango fuori dalla sua casa a Betera, un comune situato a pochi chilometri da Valencia. Le sue parole, seppur intrise di stanchezza, trasmettono un senso di sollievo e di gratitudine. “Siamo stati fortunati,” dice Garzelli, riflettendo su come, nonostante le avversità, sia riuscito a proteggere ciò che più gli sta a cuore: la sua famiglia e la sua scuola di ciclismo.

La scuola di ciclismo: un rifugio per i giovani

La “Escuela de ciclismo Stefano Garzelli”, fondata insieme a sua moglie Maria, è uno dei pilastri del ciclismo giovanile in Spagna. Con circa cinquanta giovani aspiranti ciclisti, di età compresa tra i 4 e i 15 anni, questa scuola rappresenta non solo un luogo di formazione sportiva ma anche un rifugio di crescita personale e sociale. La recente calamità naturale ha messo alla prova la resilienza di Garzelli, ma le precauzioni adottate, frutto di esperienze passate, hanno fatto la differenza. “Nel 2012 abbiamo vissuto una situazione simile,” ricorda Garzelli. “Ma stavolta ero preparato.”

Strategie di sopravvivenza

Il vento, soffiando a velocità impressionanti di 150 chilometri orari, ha stranamente giocato a favore di Garzelli, tenendo lontana la pioggia incessante dalla sua abitazione e dalla scuola di ciclismo. “Abbiamo costruito dei pannelli di legno alti un metro,” spiega, “e li abbiamo posizionati strategicamente per bloccare l’ingresso dell’acqua.” Nonostante la devastazione che ha colpito aree vicine, con alluvioni e ingenti danni, Garzelli è riuscito a mettere in salvo le biciclette e l’attrezzatura, essenziali per la ripresa delle attività della scuola.

Una comunità in difficoltà

La situazione a Betera e nei dintorni rimane critica. Le strade sono impraticabili, le scuole chiuse, e la comunità è costretta a rimanere confinata nelle proprie case. “Non possiamo uscire,” afferma Garzelli, sottolineando quanto siano stati difficili e complicati gli ultimi giorni. Tuttavia, il suo spirito combattivo emerge chiaramente. Mentre spala fango dal garage, mantiene alta la speranza di un miglioramento delle condizioni meteorologiche, con previsioni che indicano una diminuzione delle precipitazioni nei giorni successivi.

Il legame con i giovani ciclisti

Un elemento che traspare dalle parole di Garzelli è il profondo legame con i ragazzi della sua scuola. Nonostante la distanza fisica imposta dalle circostanze, ha cercato di mantenere il contatto, assicurandosi che stessero tutti bene. “Ho parlato con Adrial,” racconta, “un giovane che si è trovato con l’acqua alta fino alla vita, ma fortunatamente sta bene.” La preoccupazione per i suoi allievi, per le loro famiglie e per la comunità colpita è palpabile.

Un appello alla solidarietà

Garzelli lancia un appello accorato per ricevere aiuto. La devastazione ha causato numerose vittime, tra cui tanti bambini, e la strada verso la ricostruzione si preannuncia lunga e difficile. Il suo invito non è solo rivolto ai vicini, ma a chiunque possa offrire supporto in questo momento critico. “Abbiamo bisogno del vostro aiuto, dell’aiuto di tutti,” afferma con enfasi, sottolineando la necessità di solidarietà e collaborazione per affrontare le conseguenze di questa calamità.

Un simbolo di resilienza

In mezzo a questa situazione drammatica, Garzelli rappresenta un esempio di forza e determinazione. La sua esperienza come atleta professionista, abituato a superare sfide e a non mollare mai, sembra guidarlo anche in questo contesto di emergenza. La sua storia non è solo quella di una lotta contro le forze della natura, ma anche un richiamo alla comunità per unirsi e sostenersi reciprocamente. La “Escuela de ciclismo Stefano Garzelli” non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di resilienza e speranza per il futuro.

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