Categories: Ciclismo

Epica sfida ciclistica attraverso le strade della Fiandre

I quattro giorni trascorsi tra i pavé delle Fiandre, a partire dal 7 ottobre, rimarranno un ricordo indelebile. Accompagnato da ciclisti leggendari come Alessandro Ballan, Daniel Oss e Alan Marangoni, ho avuto l’onore di partecipare alla Flandrien Challenge, un evento che mette alla prova non solo le capacità fisiche ma anche la resistenza mentale. Questa sfida epica permette a chiunque la completi di sentirsi parte della storia del ciclismo del Nord, percorrendo strade che hanno visto trionfare i giganti di questo sport.

Un evento aperto a tutti

La Flandrien Challenge è un evento aperto a tutti, indipendentemente dall’esperienza o dalle capacità. Il percorso, che deve essere completato entro 72 ore, si snoda attraverso 59 settori di pavé e muri, con un dislivello complessivo di 5.250 metri. Fondamentale è avere un profilo Strava per certificare il completamento del percorso. Noi abbiamo scelto di suddividere il nostro viaggio in quattro giornate, pedalando per un totale di 410 chilometri.

Il primo giorno: l’inizio di un’avventura

Il nostro viaggio è iniziato al Centrum Ronde van Vlaanderen, il museo del ciclismo delle Fiandre. Durante il primo giorno, abbiamo affrontato dieci muri su una distanza di 80 chilometri, con un dislivello di 750 metri. Il primo ostacolo è stato il Nokereberg, noto per essere l’ultimo muro della Dwars Door Vlaanderen. Successivamente, abbiamo attraversato il suggestivo tratto di pavé di Huisepontweg, con il suo mulino settecentesco a fare da cornice. La giornata si è conclusa con il passaggio sulla Paddestraat, un settore ciottolato diventato monumento nazionale.

Il secondo giorno: sfide e simboli del ciclismo

Il secondo giorno è cominciato con una colazione abbondante al bike café Gidon, un punto di ritrovo per ciclisti locali. Il Muur van Geraardsbergen è stato la nostra prima sfida, celebre per la vittoria di Ballan alla Ronde del 2007. Nonostante siano passati anni, la sua abilità sui pavé delle Fiandre è rimasta intatta. Abbiamo poi affrontato il Bosberg e il Molenberg, veri simboli del ciclismo. A metà giornata, ci siamo fermati al bike café Bergs & Cobbles, dove abbiamo ricaricato le batterie prima di affrontare pioggia e vento, tipici del clima fiammingo. Con 110 chilometri percorsi e 1.600 metri di dislivello, siamo tornati al museo per una meritata birra Kwaremont.

Il terzo giorno: tra difficoltà e opportunità

Il terzo giorno è stato il più impegnativo, caratterizzato da condizioni meteorologiche avverse e percorsi difficili. Abbiamo iniziato con l’Onderbossenaar, proseguendo con la discesa della Stationsberg. I tratti in pavé sembravano infiniti, ma i muri più attesi della giornata erano ancora davanti a noi: il Kwaremont e il Koppenberg. Quest’ultimo è così ripido e scivoloso che molti, incluso me, sono stati costretti a percorrerlo a piedi. A metà giornata, ci siamo fermati al ristorante e bike café Hotond per gustare un tradizionale stufato belga. La tappa, lunga 140 chilometri con oltre 2.000 metri di dislivello, è stata la più estenuante. Daniel Oss, reduce dal mondiale gravel, ha affrontato il percorso con leggerezza, trasformando ogni difficoltà in un’opportunità di sfida.

L’ultimo giorno: una corsa contro il tempo

L’ultimo giorno è stato una vera corsa contro il tempo. La partenza dal Biking Bar ci ha portato verso il leggendario Kemmelberg, affrontato da entrambi i versanti. Questa tappa, di 75 chilometri e con 900 metri di dislivello, è stata una cronometro personale per chiudere la sfida in tempo. L’arrivo al Centrum Ronde van Vlaanderen è stato carico di emozioni. Una volta accreditate le nostre tracce su Strava, i nostri nomi sono stati affissi sul Wall of Fame, accanto a quelli dei veri campioni.

Conclusione: un’esperienza indimenticabile

Ogni tratto di pavé e ogni muro scalato hanno raccontato una storia, creando un legame speciale tra noi amici in sella e la storia del ciclismo delle Fiandre. Alan Marangoni, con il suo carattere allegro e la sua incredibile capacità di soffrire, ha mantenuto alto il morale del gruppo, permettendoci di divertirci anche nelle condizioni più difficili. Arrivare alla fine della Flandrien Challenge non è stato solo un traguardo fisico, ma anche mentale. Ogni metro percorso sulle stesse strade che hanno visto trionfare ciclisti del calibro di Boonen, Cancellara e lo stesso Ballan, è stato un grande successo per un amatore come me.

L’essenza della Flandrien Challenge per un appassionato non è tanto la fatica, ma il significato profondo di sfidare sé stessi sul pavé e sulle strade del mito, ancora meglio se insieme a compagni con cui condividere lo stesso obiettivo. La Flandrien Challenge non è solo una corsa contro il tempo, ma una celebrazione dello spirito ciclistico più puro, dell’amicizia che nasce dalla fatica condivisa e, perché no, conclusa davanti a un bicchiere di birra belga in un bike café. Questa avventura resterà nel mio cuore per sempre, perché, alla fine, non solo ho conquistato la Flandrien Challenge, ma ho potuto condividerla con i miei compagni. Esperienza che chiunque può vivere, in solitaria o, ancor meglio, con gli amici per renderla indimenticabile.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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