Il Napoli a picco in Coppa Italia. La stagione trionfale che ha portato gli azzurri a fregiarsi del titolo di Campione d’Italia è già un ricordo. Un rendimento che rende ancora più amaro l’addio di Luciano Spalletti che forse ha subodorato il momento giusto per lasciare la panchina. Non è la prima volta, tuttavia, che una squadra Campione d’Italia, privata del suo mentore, entri in crisi. Prima di Spalletti, era toccato a Sarri lasciare la Juve un secondo prima dell’inizio della fine del ciclo vincente. Ci sono però anche altri esempi.
In pochi come Giovanni Trapattoni sapevano leggere le partite e il momento giusto. E anche quello di lasciare, evidentemente. Il tecnico lascia la Juventus nel 1985/1986 dopo aver vinto tutto il vincibile e festeggiato il sesto scudetto. Nel 1987 prende la panchina dell’Inter e anche lì vince lo scudetto dei record nel 1988/1989 e la Coppa UEFA nel 1990/1991 ma anche in nerazzurro capisce che il ciclo è chiuso e lascia una squadra che tornerà a vincere (sul campo) solo nel 2007 dopo lo scudetto assegnatole nel 2006.
Fabio Capello è uno dei maestri del veni, vidi, vici e… fuggi. Due titoli in due stagioni diverse al Real Madrid, una fuga di notte da una Roma in via di ridimensionamento, un addio alla Juventus all’alba di Calciopoli. Il tempismo del tecnico di Pieris ha pochi eguali. Anche Josè Mourinho ha mostrato una certa sensibilità nel capire quando sia il momento di lasciare. Ha dato tutto all’Inter nel 2010, quella del triplete. E il tecnico di Setubal lo intuisce, esattamente come quando ha lasciato il Porto (portato in cima all’Europa) per il Chelsea. E fiuta l’aria anche a Manchester, dove lascia l’ultimo trofeo vinto (una Europa League), togliendo il disturbo proprio prima dell’inizio del dominio assoluto e incontrastato del City. Anche Antonio Conte sa quando è il momento di levare le tende. Lo ha fatto al Chelsea e si è ripetuto all’Inter. In entrambi i casi il tecnico leccese aveva capito che sarebbe stato impossibile ripetersi.
Orfani di di Sir Alex, l’inconsolabile United
Non è stato una scelta voluta, ma necessaria. Sir Alex Ferguson non ha lasciato lo United a cuor leggero e lo ha fatto, ovviamente, vincendo il campionato. Il manager che ha scritto la storia all’Old Trafford si è dovuto arrendere ai limiti di età. Ha lasciato il club nelle migliori condizione possibili, ma nessuno dei suoi epigoni è stato in grado di raccoglierne l’eredità. Anche i tifosi lo avrebbero voluto per sempre, ma tutto è destinato a finire, compreso il ciclo straordinario dei Red Devils che da quando sono rimasti orfani del loro allenatore non si sono neanche più avvicinati alla possibilità di vincere il titolo.
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