![Doping: la Wada accusa Sinner e il suo staff di responsabilità condivisa](https://www.wigglesport.it/wp-content/uploads/2025/02/Doping-la-Wada-accusa-Sinner-e-il-suo-staff-di-responsabilita-condivisa-1024x683.jpg)
Doping: la Wada accusa Sinner e il suo staff di responsabilità condivisa - ©ANSA Photo
Il mondo del tennis è stato recentemente scosso da due casi di doping che hanno coinvolto atleti di spicco come Jannik Sinner e Iga Swiatek. In un’intervista rilasciata al sito polacco ‘Rz’, il presidente dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA), Witold Banka, ha chiarito che i due casi non sono comparabili, sia per le sostanze coinvolte che per le circostanze che li hanno caratterizzati.
Il caso di Jannik Sinner
Sinner, attualmente uno dei giovani talenti più promettenti del tennis mondiale, ha affrontato una situazione complessa a causa della scoperta di trimetazidina nel suo sistema, una sostanza vietata. Questo farmaco è stato rinvenuto in seguito all’uso di una pomata prescritta dal suo fisioterapista, Giacomo Naldi, che è stato successivamente licenziato. La WADA ha sottolineato come, indipendentemente dalle modalità di contaminazione, Sinner sia comunque responsabile delle azioni del suo staff. Banka ha ribadito che questo principio di responsabilità oggettiva è fondamento della politica antidoping:
- “Un atleta professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff”.
- “Questa è la quint’essenza dell’antidoping”.
Il caso di Iga Swiatek
D’altra parte, il caso di Swiatek, la tennista polacca che si è affermata come numero uno del mondo, presenta elementi differenti. Swiatek ha visto una traccia di trimetazidina rinvenuta in un medicinale contenente melatonina. Banka ha evidenziato che vi è una netta distinzione tra i due casi: “La decisione di non muovere ricorso contro Swiatek si basa su premesse razionali”. È evidente, quindi, che le circostanze che hanno portato alla presenza della sostanza nel suo organismo non siano state considerate come una violazione delle normative antidoping.
Differenze tra le sostanze coinvolte
Le sostanze coinvolte nei due casi, trimetazidina e clostebol, sono differenti e portano a conclusioni diverse in termini di responsabilità e conseguenze. La trimetazidina, un farmaco utilizzato in medicina per trattare l’angina pectoris, è spesso al centro di discussioni nel mondo dello sport per il suo potenziale utilizzo come sostanza dopante. D’altra parte, il clostebol è uno steroide anabolizzante, la cui presenza è generalmente considerata più grave nel contesto delle violazioni antidoping.
Banka ha spiegato che la WADA ha seguito una procedura rigorosa nella valutazione di entrambi i casi, avvalendosi del parere di esperti esterni per garantire che ogni decisione fosse basata su dati oggettivi e non influenzata da fattori esterni. Questo approccio è fondamentale per mantenere la credibilità dell’agenzia e la fiducia nei confronti delle sue decisioni. “Abbiamo preso entrambe le decisioni dopo aver chiesto il parere di un esperto esterno. La procedura da parte della WADA è stata la stessa utilizzata in qualsiasi altro caso disciplinare”, ha detto Banka.
Il dibattito all’interno della comunità sportiva si è intensificato, con molti che sostengono la necessità di un sistema più equo che possa distinguere tra atleti che fanno uso consapevole di sostanze vietate e coloro che, come Sinner, possono essere vittime di contaminazione. Tuttavia, la posizione della WADA rimane ferma: gli atleti devono assumersi la responsabilità delle proprie azioni e di quelle del proprio staff.
Questo principio di responsabilità è particolarmente rilevante in un’epoca in cui la professionalizzazione dello sport ha portato a una maggiore complessità nella gestione della salute e del benessere degli atleti. Con team di supporto sempre più grandi e specializzati, la linea di demarcazione tra responsabilità individuale e collettiva diventa sempre più sfumata. La WADA, attraverso la sua politica di tolleranza zero, cerca di mantenere alti standard di integrità e fair play.
In un contesto in cui il doping continua a rappresentare una sfida significativa per lo sport, le dichiarazioni di Banka sottolineano l’importanza di un approccio rigoroso e imparziale. La WADA si impegna a garantire che le competizioni sportive rimangano pulite e che gli atleti siano messi in grado di competere in un ambiente giusto. Il messaggio che si desidera trasmettere è chiaro: l’integrità dello sport deve essere preservata a tutti i costi, e ogni atleta, indipendentemente dal proprio status, è responsabile delle proprie azioni.
Mentre il tennis continua a evolversi e ad affrontare nuove sfide, i casi di Sinner e Swiatek pongono l’accento sulle complessità del doping e sull’importanza di avere procedure chiare e giuste per affrontare tali situazioni. La WADA, sotto la guida di Banka, si trova in prima linea in questa battaglia e continuerà a lavorare per garantire che il principio della responsabilità rimanga al centro della lotta contro il doping.