L’ombra del doping non lascia tregua al mondo dello sport. L’atleta si è visto infliggere una squalifica pesantissima di dieci anni
Lo sport è passione, determinazione, devozione e perfezionismo, ma dietro questi elementi essenziali per entrare nella storia si fa largo la mano oscura della scorciatoia del doping, e purtroppo è una macchia che non accenna a fermarsi.
All’inizio dell’anno calcistico, c’è stato il caso di Paul Pogba e la sua positività al testosterone, confermata dalle controanalisi di inizio ottobre. Il tennis ha dovuto fare i conti con la squalifica di Simona Halep, ex numero uno al mondo. La situazione non migliora, anzi, se si parla di atletica ed è proprio qui che si annida l’ultimo grave accadimento che sta turbando un intero movimento, quello di Titus Ekiru.
Parliamo di un fondista di 31 anni, celebre per aver vinto la maratona di Milano nel 2021 e aver registrato il miglior tempo di sempre nel nostro Paese. Ha anche rappresentato il Kenya negli African Games del 2019, collezionando nuovi record anche in quell’occasione. Ora la sua carriera, proprio nei suoi anni conclusivi, ha subito uno stop decisivo e sicuramente fatale. La situazione che lo riguarda è molto grave: in collusione con i medici di un ospedale, ha ricevuto diverse iniezioni decisive di sostanze dopanti e ha alterato in molte occasioni le sue analisi, in maniera tale da ingannare l’antidoping.
Il caso di doping di Ekiru: dieci anni di squalifica
Il fondista, una volta capito cosa c’era dietro, è stato accusato di frode sportiva e le indagini non gli hanno lasciato scampo. Secondo le ricostruzioni, Ekiru avrebbe ricevuto l’iniezione di sostanze dopanti a cavallo del 2021, proprio quando ha vinto la maratona di Milano, in visite ospedaliere non documentate. Lo stesso è successo anche nell’autunno successivo, prima dell’evento di Abu Dhabi, in quel caso con un’altra sostanza proibita. Insomma, dietro i suoi trionfi era stata ordita una vera e propria truffa, in collusione con un medico della Nandi County con tanto di documentazione sanitaria falsa.
La mano dell’AIU, il tribunale chiamato a giudicare in materia di doping ed etica nell’atletica leggera, è stata pesantissima: il fondista è stato squalificato per dieci anni, fino al 27 giugno 2032. Tutti i premi che ha vinto sono stati ritirati e i risultati cancellati, a partire dall’anno in questione. Un vero e proprio oblio sportivo e la sua carriera, a questo punto, si concluderà nel peggiore dei modi.
