Il fuoriclasse serbo, dopo aver fallito l’obiettivo di rivincere gli Australian Open, si è lasciato andare ad una confessione toccante
In campo sembra un cyborg, tanta è la concentrazione e la ferocia con la quale ha azzannato la stragrande maggioranza delle partite disputate in carriera. Altrimenti non staremmo certo parlando del primatista di tutti i tempi in termini di vittorie nei Major, nei Masters 1000 e nelle ATP Finals.
Ma anche Novak Djokovic, un cannibale nella disciplina di sua competenza, ha un cuore. Che, per inciso, è grande così. Sia dal punto di vista sociale e di atti di altruismo nei confronti del prossimo – celebri i suoi aiuti economici ai tennisti in difficoltà economiche e le iniziative prese attraverso il sindacato dei tennisti, il PTPA, che ha contribuito a creare – sia dal lato dell’attaccamento alla famiglia. In particolar modo ai suoi due bambini, Stefan di 9 anni e Tara di 6.
Impossibile dimenticare le lacrime di commozione versate al momento della premiazione sia sul centrale di Wimbledon che agli Us Open dopo le finali – una persa e l’altra vinta – disputate nel 2023. In Australia, nel Major preferito dal campione serbo – a proposito, con dieci titoli conquistati a Melbourne Novak è ovviamente il recordman all time anche in questo torneo – i bambini del campione non c’erano. E Djokovic, in un’intervista rilasciata al programma Today, ha voluto parlare dell’importanza della famiglia e della necessità di trascorrere più tempo con i propri figli.
Dopo aver annunciato che, come di consueto, non parteciperà al torneo ATP 500 di Dubai – il rientro in campo è previsto direttamente al Masters 1000 di Indian Wells – il fuoriclasse di Belgrado ha parlato abbondantemente dell’argomento che tanto gli sta a cuore.
“È sempre più difficile stare lontano dai miei figli. In Australia parliamo di un viaggio lunghissimo. Mio figlio ha nove anni, mia figlia sei. Crescono ogni giorno e ogni settimana. Tara ha perso il primo dente e io non ero presente“, ha detto amaramente Nole.
“I genitori dovrebbero sempre giocare con i propri figli: questa è la parte che preferisco della mia giornata. La cosa migliore è passare il tempo con loro, giocare, inventare cose. Sono emozionato quando ne parlo, ma fortunatamente li rivedrò tra pochi giorni“, ha concluso il vecchio campione, che probabilmente, nella scelta dei tornei da disputare in quella che comunque, nonostante una competitività ancora elevata, è la parte finale di una carriera impareggiabile, terrà in debito conto il distacco dalla famiglia.
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