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Djokovic in lizza per un posto a Torino: come si preparerebbe alle Finals?

Novak Djokovic e la corsa alle ATP Finals: un’analisi della sua stagione

Se Novak Djokovic riuscisse a strappare un posto per le ATP Finals di Torino, come si presenterebbe? È una domanda che suscita curiosità, soprattutto considerando il percorso unico che il campione serbo ha intrapreso quest’anno. Storicamente, Djokovic ha sempre mostrato un’incredibile determinazione nel qualificarsi rapidamente per le Finals, con tre delle sue qualificazioni che sono state tra le più precoci di sempre. Dal 2010 ad oggi, nessun altro giocatore ha ottenuto la matematica certezza della qualificazione così presto come lui. Tuttavia, il 2024 ha raccontato una storia diversa.

Un nuovo approccio alla stagione

Djokovic, attualmente al sesto posto nella Race con 3910 punti, sembra avere una prospettiva diversa rispetto al passato. Nonostante la sua posizione di classifica gli conferisca buone possibilità di qualificarsi, non sembra aver messo le Finals al centro dei suoi obiettivi. Infatti, al contrario di molti suoi colleghi che si stanno battendo duramente per un posto a Torino, Nole si è concesso una pausa rilassante alle Maldive, lontano dalle pressioni del circuito ATP. Questa scelta, in netto contrasto con la frenesia dei suoi rivali, solleva interrogativi su quale sia il suo reale obiettivo e motivazione.

Un anno di alti e bassi

Nel corso del 2024, Djokovic ha partecipato a nove tornei, includendo anche le Olimpiadi, dove ha finalmente conquistato l’oro a Parigi, un traguardo che inseguiva da tempo per completare il Golden Slam. Questo successo ha in parte compensato un’annata non all’altezza delle sue aspettative negli Slam, con sconfitte inattese come quella contro Jannik Sinner all’Australian Open e quella contro Alexei Popyrin agli US Open. Nonostante queste battute d’arresto, Djokovic ha dimostrato di poter ancora competere ad altissimi livelli, come ha fatto a Wimbledon, raggiungendo la sua sesta finale consecutiva.

Djokovic e la possibile qualificazione per Torino

Ma cosa potrebbe accadere se Djokovic si qualificasse per Torino? La risposta non è semplice. Il serbo è noto per la sua capacità di adattarsi e superare le avversità, e i suoi avversari non lo sottovaluterebbero mai, anche se arrivasse con meno preparazione del solito. La sua esperienza e il suo talento innato potrebbero fare la differenza, soprattutto in un contesto come le Finals, dove la pressione è altissima. Inoltre, Djokovic ha dimostrato in passato di poter esprimere il meglio di sé quando meno ce lo si aspetta, come accaduto nelle sue recenti vittorie contro avversari di alto calibro come Daniil Medvedev, contro cui ha vinto 5 degli ultimi 6 incontri.

La natura competitiva di Djokovic

La storia del tennis ha insegnato che i grandi campioni come Djokovic non si possono mai escludere dalla corsa, indipendentemente dalla loro preparazione o dalla loro apparente mancanza di motivazione. Anche se quest’anno il serbo ha dichiarato di non inseguire la classifica e di dare priorità alla sua nazionale e agli Slam, la sua natura competitiva potrebbe sorprendere ancora una volta tutti. Dopotutto, la sua fame di vittorie e titoli è sempre stata una delle sue caratteristiche distintive.

Un possibile scenario a sorpresa

Immaginare Djokovic ricevere una chiamata per le Finals in circostanze inaspettate potrebbe ricordare il sorprendente scenario vissuto da David Nalbandian nel 2005. L’argentino, convinto di non poter partecipare, si stava preparando per le vacanze quando ricevette la chiamata che gli cambiò i piani, portandolo a vincere il titolo contro Roger Federer. Djokovic potrebbe vivere un’esperienza simile, trovando nuova motivazione e il desiderio di conquistare il centesimo titolo della sua carriera, magari contro un avversario come Sinner, con cui ha un conto aperto.

Conclusioni

In definitiva, anche se Djokovic sembra trascorrere il suo tempo in modo rilassato, lontano dal clamore del circuito, è improbabile che possa mai essere sottovalutato. La sua presenza alle Finals, se si concretizzasse, sarebbe sicuramente un elemento di grande interesse e un potenziale catalizzatore di spettacolo e colpi di scena.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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