
Djokovic e il sindacato contro Atp e Wta: la battaglia per un sistema equo - ©ANSA Photo
Una ventina di giocatori professionisti, supportati dalla Professional Tennis Players Association (PTPA), fondata dall’ex numero uno al mondo Novak Djokovic e dal canadese Vasek Pospisil, ha avviato cause legali contro diversi organi di governo del tennis, tra cui l’ATP (Association of Tennis Professionals) e la WTA (Women’s Tennis Association). Questi atleti accusano le autorità di promuovere un “sistema corrotto, illegale e abusivo”. Questa iniziativa segna un punto di svolta significativo nel mondo del tennis, un settore che, pur godendo di un vasto seguito e di enormi guadagni, si trova sotto pressione a causa di problematiche interne che riguardano i diritti e il benessere dei giocatori.
Le azioni legali intraprese
Attraverso un comunicato stampa, il sindacato ha annunciato che le azioni legali sono state presentate in diverse giurisdizioni, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea. Gli organismi coinvolti non sono solo l’ATP e la WTA, ma anche la Federtennis internazionale (ITF) e l’International Tennis Integrity Agency (ITIA). Questi enti, responsabili della governance e della supervisione del tennis professionistico, sono ora al centro di un acceso dibattito sulla loro gestione e sulla protezione degli atleti.
Ahmad Nassar, direttore esecutivo della PTPA, ha dichiarato: “Il tennis è rotto. I giocatori sono intrappolati in un sistema ingiusto che sfrutta il loro talento, sopprime i loro guadagni e mette a repentaglio la loro salute e sicurezza”. Queste affermazioni evidenziano una crescente frustrazione tra i tennisti, molti dei quali sentono di non avere voce in capitolo riguardo alle decisioni che influenzano le loro carriere.
Malcontento tra i tennisti
Il malcontento è emerso in modo particolare tra i tennisti di alto profilo. Giocatori come Nick Kyrgios, Varvara Gracheva e Reilly Opelka hanno aderito al procedimento legale negli Stati Uniti, mentre Corentin Moutet e Taro Daniel hanno partecipato all’azione nel Regno Unito. I querelanti denunciano un “calendario insostenibile”, con tornei programmati undici mesi su dodici, e lamentano il “disprezzo per i giocatori” costretti a partecipare a partite che possono prolungarsi fino alle 3 del mattino. Tali condizioni compromettono il loro rendimento e causano infortuni cronici, in particolare a polsi, gomiti e spalle.
In aggiunta, i giocatori segnalano pratiche discutibili legate ai controlli antidoping. Accusano l’ITIA di sottoporre i tennisti a controlli casuali nel cuore della notte e di condurre interrogatori senza la presenza di un legale. Queste pratiche sollevano interrogativi sulla trasparenza e sull’equità delle procedure di controllo, che dovrebbero garantire la correttezza nel gioco senza compromettere i diritti degli atleti.
La risposta della PTPA
Prima di intraprendere azioni legali, la PTPA ha condotto un’indagine tra oltre 250 giocatori di tutti i tour, raccogliendo il feedback della maggior parte dei tennisti tra i primi 20 ranking sia maschili che femminili. I risultati sono stati definiti “estremamente positivi” e hanno confermato la necessità di cambiamenti immediati. I giocatori si sono uniti in una lotta collettiva per riformare un sistema che, secondo loro, non è più sostenibile.
La PTPA ha quindi avviato una campagna per ottenere maggiore trasparenza e giustizia all’interno del tennis professionistico, chiedendo un dialogo aperto con gli organi di governo per affrontare le questioni più urgenti. Tra le richieste espresse dai giocatori ci sono anche migliori condizioni di lavoro e garanzie per la salute e la sicurezza degli atleti.
Il contesto attuale del tennis professionistico è caratterizzato da un crescente numero di eventi, sponsorizzazioni e visibilità mediatica, ma anche da sfide significative riguardanti il trattamento dei giocatori e la loro protezione. La reazione della PTPA e le azioni legali intraprese rappresentano un simbolo della crescente insoddisfazione tra i tennisti, che chiedono a gran voce un approccio più equo e rispettoso nei loro confronti.
In un mondo sportivo sempre più commercializzato, la questione del benessere degli atleti e della loro voce nelle decisioni che li riguardano è diventata cruciale. La strada verso riforme significative nel tennis potrebbe essere lunga e tortuosa, ma i recenti sviluppi indicano che i giocatori sono determinati a lottare per i propri diritti e per un futuro migliore nel loro sport.