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Di francesco ammette: il pareggio è un nostro errore, non un caso

Venezia è una delle città più affascinanti al mondo, famosa per i suoi canali e la sua storia millenaria, ma anche per le emozioni che il calcio riesce a suscitare. Eusebio Di Francesco, allenatore del Venezia, ha avuto modo di riflettere su una partita che ha lasciato un segno profondo sia nel cuore dei tifosi che nella mente dei giocatori. Durante il dopopartita della sfida contro la Juventus, terminata in pareggio, Di Francesco ha espresso chiaramente il suo disappunto, sottolineando che il risultato non è da attribuire a fattori esterni, ma piuttosto alle scelte e alle azioni della sua squadra.

due punti persi

“Personalmente, l’anno scorso a Torino l’ho persa al 90′, oggi l’ho pareggiata. Credo che siano due punti persi“, ha affermato Di Francesco, evidenziando come il mancato successo sia frutto di errori e mancanza di attenzione da parte dei suoi giocatori. La gestione del gioco, in particolare, è stata una delle chiavi sottolineate dal tecnico. “Non abbiamo avuto malizia e dovevamo gestire meglio la palla sul calcio d’angolo che poi porta all’episodio del rigore”, ha aggiunto, rendendo chiaro che ci sono aspetti del gioco che vanno oltre la semplice tattica.

la gestione dei dettagli

Il riferimento al rigore concesso alla Juventus è emblematico di come, a volte, un singolo episodio possa cambiare l’andamento di una partita. Di Francesco ha messo in evidenza la necessità di essere più astuti e accorti in situazioni critiche. Ecco alcuni punti chiave delle sue osservazioni:

  1. La palla non deve tornare dall’altra parte.
  2. La determinazione e la lucidità mentale sono essenziali.
  3. È fondamentale non sottovalutare i dettagli.

“Nel finale sul corner era palla nostra, certe cose ce le devi avere”, ha detto, dando un chiaro messaggio ai suoi uomini: la lucidità è fondamentale per ottenere risultati positivi.

il cammino verso il successo

L’allenatore ha anche sottolineato come la società stia riconoscendo il lavoro svolto dal gruppo e la crescita manifestata, ma ha messo in evidenza che mancano ancora quei dettagli fondamentali che possono fare la differenza in una stagione. “Mancano questi particolari che non si possono più sbagliare”, ha avvertito, suggerendo che il cammino verso il successo è ancora lungo e tortuoso.

Nonostante le sue riflessioni critiche, Di Francesco ha rivelato di non voler attribuire la sua situazione a fattori di fortuna o sfortuna. “Non mi piace attaccarmi alla fortuna e alla sfortuna, una squadra che non c’è non fa questa prestazione”, ha affermato, dimostrando una certa resilienza e determinazione nel voler affrontare le sfide a viso aperto. Il suo approccio pragmatico è quello che ci si aspetta da un allenatore esperto, consapevole che il calcio è un gioco di dettagli e che ogni errore può costare caro.

La stagione del Venezia è stata caratterizzata da alti e bassi, ma la prestazione contro la Juventus ha mostrato sprazzi di qualità e potenziale. I giocatori, guidati da Di Francesco, hanno dimostrato di poter competere anche contro avversari di alto livello, ma è chiaro che la continuità e la capacità di chiudere le partite in modo positivo saranno cruciali per il futuro della squadra.

In sintesi, il messaggio di Eusebio Di Francesco è chiaro: è tempo di prendere in mano la situazione, di essere più astuti e di non lasciare che i dettagli sfuggano. Con una mentalità proattiva e una maggiore attenzione, il Venezia può sicuramente trovare la strada per uscire da questo momento difficile e riconquistare la fiducia dei propri tifosi. La sfida ora è quella di trasformare queste parole in azioni sul campo, per non lasciare più nulla al caso e per affrontare ogni partita con la giusta determinazione.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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