Il derby di Roma non è una semplice stracittadina. È un intermezzo di una rivalità che si vive 363 giorni l’anno e si accentua nelle due occasioni in cui Lazio e Roma scendono in campo. Innumerevoli i derby che hanno scritto la storia. Alcuni però si iscrivono di diritto in quel che si potrebbe definire il romanzo capitale del calcio romano.
Uno dei primi derby che ha scritto la storia della capitale è quello del 15 gennaio del 1989 quando un ragazzino di nome Paolo e cognome Di Canio non ha particolari timori reverenziali. Gioca nella Lazio e ne è anche tifosissimo. E quando il supera Tancredi con un pallonetto e deposita il pallone in rete, pensa bene di andare a esultare sotto la curva, quella della Roma, indicandola con un gesto di sfida come aveva fatto, 15 anni prima di lui, Giorgio Chinaglia. Di Canio lascerà la Lazio tornando a metà anni 2000. In tempo per ripetersi: segna nel derby della Befana del 2005 e urla in faccia alla curva Sud giallorossa tutta la propria gioia.
Il suo alter ego in giallorosso è Francesco Totti, capitano della Roma che ha scritto la storia del calcio italiano. A differenza di Paolo Di Canio, Totti spende tutta la sua carriera con la maglia della Roma regalando diversi dispiaceri ai biancocelesti. Una delle esultanze più discusse risale a una maglietta mostrata dopo un gol. Un “vi ho purgato ancora” nel derby dell’11 aprile 1999 che entra nella storia degli sfottò. Qualche anno dopo, è il 2010, la Roma è in corsa per lo scudetto e vince in rimonta 2-1. Totti non segna, ma lascia comunque tracce di sé nel derby lasciandosi andare a una esultanza a “pollice in giù” nei confronti della tifoseria di una Lazio che in quella stagione si è trovata per qualche giornata a lottare per la salvezza. Indimenticabile nella memoria dei tifosi anche il derby del 2015: finisce 2-2 ma per come si era messa (0-2 biancoceleste all’intervallo) è come una vittoria. Il pari è di Francesco Totti che segna un gol iconico in semirovesciata e poi va a festeggiare sotto i suoi tifosi concedendosi una esultanza… con selfie.
La madre di tutte le partite giocate a Roma è il derby che vale la finale di Coppa Italia che si gioca il 26 maggio del 2013. In un Olimpico strapieno vince soprattutto la paura di perdere. Sfida bloccata, partita non all’altezza della straordinaria cornice di pubblico. A decidere uno dei derby più tesi e brutti della storia è un gol rocambolesco di Lulic. L’esterno raccoglie un cross deviato non perfettamente da Lobont e segna l’unica rete della partita. Coppa Italia alla Lazio con storico sfottò “Coppa in faccia” perché alzata proprio di fronte ai giallorossi che, come da regolamento, fanno da picchetto ai vincitori.
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