De Siervo: il nuovo format della Champions League replica gli effetti della Superlega

Durante il recente convegno intitolato “Il Calciomercato: un’opportunità per i club e per la Football Industry”, organizzato dalla Lega Serie A in collaborazione con Banca Ifis a Milano, l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha sollevato un tema di fondamentale importanza riguardo l’evoluzione della Champions League e il suo impatto sui campionati nazionali. Le sue dichiarazioni hanno acceso un dibattito significativo sul futuro del calcio professionistico e sul valore dei diritti televisivi in un contesto sempre più competitivo.

L’impatto della Champions League sulla Serie A

De Siervo ha sottolineato come la Champions League, con il suo nuovo formato, rischi di sottrarre valore ai campionati nazionali, in particolare alla Serie A. “La Serie A perderà valore nel tempo se la Champions League diventerà più ricca”, ha affermato. Questo è particolarmente rilevante in un’epoca in cui i diritti televisivi rappresentano una parte cruciale delle entrate per i club. Se la UEFA, attraverso la Champions, riesce a incrementare i propri ricavi, inevitabilmente i diritti dei campionati nazionali come la Serie A potrebbero vedere una diminuzione del loro valore.

Questa dinamica di mercato non è nuova, ma sta diventando sempre più evidente. Negli ultimi anni, la crescita esponenziale dei diritti televisivi per la Champions League ha creato un divario sempre più ampio tra le entrate delle squadre che partecipano a questa competizione e quelle dei club che competono nei campionati nazionali. De Siervo ha messo in guardia su questo trend, evidenziando che non è un grande successo per la Serie A avere una squadra in più in Champions League se questo porta a una diminuzione complessiva del valore del nostro campionato.

Le similitudini con la Superlega

La sua analisi si allinea con le preoccupazioni espresse da molti in ambito calcistico riguardo il nuovo formato della Champions, che prevede un maggior numero di partite e una distribuzione più ampia delle risorse economiche. La UEFA, da parte sua, è stata lodata per la capacità di sviluppare un progetto che promette di aumentare l’attrattiva della competizione, ma De Siervo ha avvertito che questa manovra non è priva di conseguenze. “Sicuramente bravi alla UEFA nel costruire il progetto della nuova Champions, ma che ha lo stesso effetto della Superlega sulle leghe nazionali”, ha detto.

Per comprendere meglio la situazione, è utile ricordare che la Superlega, proposta nel 2021, ha suscitato un ampio dibattito e forte opposizione sia da parte dei tifosi che delle istituzioni calcistiche. L’idea di un torneo esclusivo, che avrebbe garantito ai club fondatori un posto fisso, è stata vista come una minaccia per la meritocrazia e la competitività dei campionati nazionali. Sebbene la Superlega sia stata abbandonata, il nuovo formato della Champions League sembra presentare similitudini preoccupanti.

Le sfide per i club italiani

Inoltre, De Siervo ha evidenziato il legame tra UEFA ed European Club Association (ECA), un’organizzazione che rappresenta i club europei e che è governata da un numero ristretto di squadre, le solite 15. Questa struttura di potere ha sollevato interrogativi sulla rappresentatività e sull’equità del sistema, con i club delle leghe nazionali che si sentono sempre più marginalizzati. “La UEFA può farlo però perché ha un rapporto con l’ECA”, ha affermato De Siervo, mettendo in luce un sistema che potrebbe non tenere conto delle esigenze di tutte le squadre.

La questione della distribuzione delle risorse è cruciale. Se i ricavi della Champions League continuano a crescere senza un adeguato bilanciamento, i club delle leghe nazionali potrebbero trovarsi in una posizione sempre più svantaggiata. Questo potrebbe portare a un aumento della disparità fra i club di vertice e quelli di media-bassa classifica, un fenomeno già evidente in molte competizioni europee.

In questo contesto, i club italiani si trovano a dover affrontare sfide significative. L’assenza di un sistema che garantisca una distribuzione equa delle risorse rischia di compromettere la competitività del nostro campionato. Le squadre potrebbero trovarsi a dover investire sempre di più per cercare di rimanere competitive in un panorama europeo in continua evoluzione, il che potrebbe tradursi in un aumento del debito e in una gestione finanziaria più complessa.

De Siervo ha quindi esortato a una riflessione profonda su questi temi, invitando i club e le istituzioni a lavorare insieme per trovare soluzioni che possano garantire un equilibrio nel panorama calcistico europeo. La questione dei diritti televisivi e della distribuzione delle risorse deve essere affrontata con urgenza, affinché il calcio italiano possa continuare a prosperare e a mantenere il proprio prestigio a livello internazionale.

La discussione è solo all’inizio e le ripercussioni delle recenti modifiche al format della Champions League si faranno sentire nel lungo termine, rendendo necessario un monitoraggio costante da parte di tutti gli attori coinvolti nel mondo del calcio.

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