L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha recentemente affrontato un tema cruciale per il futuro del calcio italiano e europeo durante il convegno “Il Calciomercato: un’opportunità per i club e per la Football Industry”, tenutosi a Milano. In questo contesto, De Siervo ha messo in guardia sui potenziali effetti negativi del nuovo formato della Champions League, suggerendo che potrebbe avere ripercussioni simili a quelle ipotizzate con la controversa Superlega.
La crescente ricchezza della Champions League
Secondo De Siervo, la crescente ricchezza della Champions League potrebbe portare a una svalutazione dei diritti dei campionati nazionali. La logica è semplice: se i ricavi della Champions aumentano, i club delle leghe nazionali potrebbero trovarsi in difficoltà, poiché il valore del loro prodotto calcistico diminuirebbe. De Siervo ha affermato: “La Serie A perderà valore nel tempo se la Champions League diventerà più ricca”, evidenziando come la dinamica dei diritti televisivi potrebbe risentirne in modo significativo. Questo trend deve essere monitorato attentamente, poiché potrebbe avere effetti devastanti sulla sostenibilità economica dei club italiani.
I rischi del nuovo formato
Il nuovo formato della Champions League prevede un aumento delle partite e una maggiore partecipazione di squadre da diverse nazioni, con l’obiettivo di rendere il torneo più avvincente e competitivo. Tuttavia, De Siervo ha messo in evidenza come questo cambiamento possa essere controproducente per le leghe nazionali, creando un divario sempre più ampio tra le squadre che partecipano alla Champions e quelle che competono nei campionati domestici.
De Siervo ha riconosciuto che la UEFA ha dimostrato abilità nel progettare il nuovo format della Champions, ma ha anche sottolineato che questo progetto rischia di replicare gli effetti di una Superlega, che ha generato forti polemiche e divisioni all’interno del panorama calcistico europeo.
La centralizzazione del potere nel calcio europeo
Un punto cruciale sollevato da De Siervo riguarda il ruolo dell’ECA (European Club Association), che sembra essere dominata dalle solite 15 squadre. Questo è significativo, poiché la governance del calcio europeo è sempre più influenzata da un numero ristretto di club, creando una sorta di oligopolio che rischia di marginalizzare le altre squadre e leghe. La centralizzazione del potere nelle mani di pochi potrebbe comportare una perdita di competitività e di equilibrio, essenziali per la salute del calcio in generale.
In un contesto in cui il calcio è già fortemente commercializzato, la questione dei diritti televisivi diventa sempre più rilevante. I club di Serie A, già in difficoltà per la pandemia di COVID-19, potrebbero trovarsi in una posizione ancora più vulnerabile se i loro ricavi non dovessero aumentare in linea con quelli della Champions. De Siervo ha richiamato l’attenzione su questo aspetto, sottolineando l’importanza di trovare un equilibrio tra le competizioni nazionali e quelle europee, affinché entrambe possano prosperare.
Conclusioni sul futuro del calcio
In conclusione, il dibattito sul futuro del calcio europeo è più che mai aperto. Le parole di De Siervo rappresentano un campanello d’allarme per il calcio italiano e per le leghe nazionali in generale, poiché la direzione intrapresa dalla Champions League potrebbe avere ripercussioni significative su tutto il panorama calcistico. È tempo di riconsiderare le strategie e di lavorare insieme per garantire un calcio più equo e sostenibile.