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Da ultimi a primi: il segreto del successo di binaghi

Negli ultimi anni, l’Italia ha conquistato un posto di rilievo nel panorama tennistico mondiale, culminando in due storici trionfi: il successo delle ragazze nella Billie Jean King Cup e la vittoria dei ragazzi nella Coppa Davis. Questi successi non sono solo il risultato del talento dei giocatori, ma anche di una strategia ben pianificata e di un impegno costante da parte della Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp). Angelo Binaghi, presidente della Fitp, ha condiviso la sua visione e le sfide affrontate in questo percorso.

il percorso di crescita del tennis italiano

“Perché oggi l’Italia è diventata la nazione più forte nel tennis?” chiede Binaghi. “Perché eravamo gli ultimi e perciò abbiamo dovuto partire da lontano. Nel 2001, quando sono arrivato, eravamo sull’orlo del fallimento”. La sua testimonianza non è solo una riflessione nostalgica, ma un racconto di come, dopo un periodo di crisi, si sia riusciti a ripartire con determinazione. La Fitp ha avviato una serie di piani di sviluppo basati su:

  1. Efficienza
  2. Merito
  3. Rivoluzione della struttura federale

“Non ci sono mai state scelte politiche, ma solo decisioni che potessero far crescere il nostro sport”, afferma Binaghi con orgoglio.

Attualmente, l’Italia vanta ben nove giocatori tra i primi cento del ranking mondiale. Questo risultato è straordinario, soprattutto considerando come, fino a poco tempo fa, l’Italia fosse vista da altre nazioni con un certo scetticismo. “Quando vado all’estero, mi chiedono come possano ispirarsi al nostro lavoro paesi che fino a qualche anno fa ci guardavano con il sorrisino di superiorità”, continua Binaghi, evidenziando il cambiamento di percezione nei confronti del tennis italiano.

il ruolo di jannik sinner

Un aspetto cruciale di questo fenomeno è rappresentato da Jannik Sinner, un giovane talento che ha saputo emergere e che ha catalizzato l’attenzione globale. Binaghi sottolinea: “Il fenomeno del tennis italiano va analizzato a prescindere da Sinner. Certo, se poi ti nasce uno come Jannik, il valore complessivo di tutto decuplica”. Sinner ha dimostrato di essere un atleta di grande valore, ma il presidente avverte che la crescita del tennis italiano è un risultato collettivo.

Tuttavia, non mancano le sfide. Uno dei temi caldi è il ricorso della Wada al Tas riguardante Sinner. “È stato assolto da un tribunale indipendente, ha fatto due appelli contro la sospensione e li ha vinti”, afferma Binaghi, evidenziando che Sinner ha già dimostrato la propria innocenza. “Siamo in attesa della decisione, come tutti, senza avere informazioni dettagliate sul procedimento in corso”.

la coesione tra i talenti

Il successo delle squadre italiane, sia maschili che femminili, è merito non solo dei talenti in campo, ma anche delle capacità dei dirigenti. Binaghi menziona il lavoro di Filippo Volandri e della capitana delle ragazze, Roberta Garbin. “Hanno saputo creare coesione e armonia, hanno fatto gruppo in uno sport iper individuale come il tennis”, spiega il presidente, evidenziando come la collaborazione e il sostegno reciproco siano stati fondamentali per il successo.

Nonostante i trionfi recenti, Binaghi è consapevole della necessità di un ricambio generazionale nel tennis femminile. “Ne siamo consapevoli, e infatti da qualche giorno abbiamo introdotto nel settore tecnico Roberta Vinci. Con la sua esperienza e le sue capacità darà una grande mano”, afferma, sottolineando l’importanza di avere figure esperte che possano guidare le giovani promesse.

Guardando al futuro, Binaghi si mostra ambizioso. “Il nostro obiettivo era tenere le Finals in Italia e ci siamo concentrati su quello. È stato un percorso che ha richiesto uno sforzo immane”, dichiara. La Fitp sta pianificando un rinnovamento con gli sponsor e sta preparando un piano per il futuro, che prevede anche un ampliamento delle strutture. “Siamo lo sport che fa più spettatori indoor con un suo evento in Italia. E stiamo parlando del prossimo palazzetto più capiente del Paese”, aggiunge.

Infine, Binaghi esprime il suo desiderio di vedere un giocatore italiano vincere gli Internazionali di Roma. “L’ultimo è stato Panatta nel 1976″, ricorda, e con grande entusiasmo afferma: “In prevendita siamo già al 70% in più rispetto a un anno fa, ma al Foro ce li faremo comunque stare tutti”. Con la determinazione e la visione che caratterizzano la sua guida, Binaghi sta tracciando un percorso ambizioso per il tennis italiano, un percorso che promette di offrire ancora grandi emozioni e successi nei prossimi anni.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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