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Da campioni a dilettanti: la rinascita di biglia e paletta a milano

In un pomeriggio grigio e nebbioso di Milano, il campo dell’Aldini si anima di entusiasmo e passione. Due figure di spicco del calcio argentino, Lucas Biglia e Gabriel Paletta, sono tornati in pista, ma questa volta non come calciatori, bensì come allenatori. Dopo una carriera prestigiosa che li ha visti competere ai massimi livelli, dal Mondiale del 2014 in Brasile fino ai palcoscenici europei, ora hanno scelto di dedicarsi al calcio giovanile, un passo che segna un nuovo inizio per entrambi.

L’Aldini: Un Palcoscenico di Storia e Successo

L’Aldini, una delle istituzioni calcistiche milanesi, è il palcoscenico di questa nuova avventura. Fondata nel 1930, la società ha una lunga storia di successi, con sette Scudetti in bacheca e un forte legame con il Milan. Qui, Biglia e Paletta sono stati accolti con entusiasmo, sintomo di come la loro esperienza nel calcio professionistico possa apportare valore a un settore giovanile già florido. La scelta di iniziare in un contesto dilettantistico è stata ben ponderata:

  1. Voglia di formare: “Vogliamo partire da una realtà simile a quella dove abbiamo iniziato noi”, spiega Biglia, sottolineando l’importanza di formare i giovani calciatori non solo tecnicamente, ma anche umanamente.
  2. Intensità e dinamismo: La prima ora e mezza di allenamento è stata intensa e carica di emozioni. “Intensità” è la parola d’ordine che Biglia e Paletta hanno trasmesso ai ragazzi del 2008, attualmente al quarto posto nel campionato Regionale Under 17 Élite.

Durante il riscaldamento, il torello è stato eseguito a ritmo serrato, un chiaro segnale dell’approccio dinamico che i due allenatori intendono portare.

L’Importanza della Collaborazione

Paletta, dal canto suo, si distingue per la sua attenzione ai dettagli. Posiziona i coni e si assicura che ogni esercizio venga eseguito correttamente. La sua esperienza da difensore di alto livello emerge nel modo in cui gestisce i contrasti durante la partitella a campo ridotto, dove si è creato un momento di tensione, prontamente sedato dai due allenatori con il loro aplomb e la loro capacità di gestire le dinamiche di gruppo.

L’amicizia tra Biglia e Paletta risale al 2005, quando entrambi hanno iniziato il loro percorso nelle nazionali giovanili argentine. La loro connessione non si è mai spezzata, nemmeno durante le diverse esperienze in club e campionati. “Ci siamo ritrovati al Milan e nonostante la lontananza, siamo sempre stati legati da una forte amicizia”, racconta Biglia, sottolineando l’importanza della loro collaborazione nella nuova avventura.

Un Esempio per le Nuove Generazioni

Oltre ad allenare, Biglia e Paletta vogliono essere di esempio per i giovani calciatori, ma sono anche consapevoli che questo percorso li arricchirà. “Saranno i ragazzi a insegnare qualcosa a noi”, afferma Biglia, riflettendo sull’importanza del dialogo e della crescita reciproca. La loro esperienza e il loro approccio aiuteranno i giovani a comprendere non solo le abilità tecniche, ma anche l’importanza della mentalità vincente, della disciplina e del lavoro di squadra.

Il contesto dell’Aldini è perfetto per coltivare talenti. Qui si respirano storie di successi passati, come quelle di Antonino Asta e Massimiliano Cappellini, e si guarda al futuro con entusiasmo. Biglia e Paletta sono stati accolti a braccia aperte dal presidente Massimiliano Borsani, che ha voluto fortemente il loro arrivo nel settore giovanile. “Li conosco da anni e sono persone fantastiche”, ha dichiarato Borsani, evidenziando l’importanza della loro presenza nel club.

Mentre il sole inizia a calare e i ragazzi si dirigono verso gli spogliatoi, Biglia e Paletta sono gli ultimi a lasciare il campo, con i palloni in spalla e le pettorine in mano, un’immagine che simboleggia il loro nuovo inizio. Questo passaggio da campioni a formatori non è solo un cambiamento di ruolo, ma un modo per restituire al calcio ciò che hanno ricevuto. In un mondo calcistico in continua evoluzione, Biglia e Paletta portano con sé un bagaglio di esperienze e insegnamenti che possono fare la differenza per le nuove generazioni di calciatori.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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