La storia di Alex Reese è una di quelle che sembrano uscire direttamente da un film di Hollywood, dove il protagonista, dopo aver affrontato una serie di avversità, riesce a raggiungere un successo insperato. Tre anni fa, Alex era un barista, un lavoro che molti considerano comune ma che per lui rappresentava il punto di una rinascita personale. Oggi, invece, si prepara a calcare i parquet della NBA con gli Oklahoma City Thunder, una squadra che punta al titolo.
Reese, un centro di 25 anni e 207 centimetri, ha vissuto un percorso atipico per arrivare al sogno di molti giovani atleti. Dopo quattro anni di basket universitario ad Alabama, senza lasciare un’impronta significativa, nel 2021 ha deciso di abbandonare il basket. Per un periodo, il suo mondo si è ridotto a un bancone di bar, dove serviva drink e preparava cocktail per gli avventori. Un destino che sembrava segnato, ma che ha preso una piega inaspettata grazie alla sua passione mai sopita per il gioco.
Dopo un anno di pausa, Reese ha deciso di dare un’altra chance alla sua carriera cestistica, trasferendosi in Lussemburgo, un palcoscenico certamente lontano dai riflettori NBA. Questa esperienza all’estero lo ha aiutato a ritrovare fiducia nei propri mezzi e a riaccendere la scintilla per il basket. Il vero cambiamento, tuttavia, è avvenuto quando ha deciso di giocare nella G-League, la lega di sviluppo della NBA. Con i Rip City Remix, l’affiliata dei Portland Trail Blazers, ha registrato una media di 11.5 punti e 4.6 rimbalzi a partita, cifre che hanno attirato l’attenzione degli scout.
La mossa decisiva è stata quella di Sam Presti, il General Manager degli Oklahoma City Thunder, noto per il suo occhio clinico nel riconoscere talenti grezzi. Presti ha deciso di includere Reese nel roster della preseason, un’opportunità che il giovane centro ha saputo sfruttare al meglio. Anche se inizialmente tagliato, l’infortunio del centro Isaiah Hartenstein ha aperto un varco nel roster, permettendo a Reese di entrare ufficialmente nei primi 15 giocatori della squadra. Nonostante il contratto non garantito, il suo sogno NBA è ora una realtà palpabile.
Il suo viaggio ricorda quello di Vince Papale, protagonista del film “Invincible”, che da tifoso degli Eagles si ritrova a giocare per la sua squadra del cuore. Anche Reese ha dimostrato che con dedizione e un pizzico di fortuna, i sogni possono diventare realtà. Questa storia non è solo un esempio di resilienza, ma anche un promemoria di come le opportunità possano arrivare nei momenti più inaspettati.
Reese sa bene che il suo posto non è ancora sicuro. La competizione è feroce e il rischio di essere tagliato è reale, soprattutto quando Hartenstein tornerà dall’infortunio. Tuttavia, il solo fatto di indossare la maglia dei Thunder e avere l’opportunità di giocare anche una sola partita NBA è già un traguardo straordinario. Ora, la sua sfida sarà dimostrare di meritare quel posto, non solo come riempitivo temporaneo, ma come giocatore che può davvero contribuire al successo della squadra.
L’ascesa di Alex Reese nel mondo della NBA è un tributo alla perseveranza e alla capacità di reinventarsi. Da barista a giocatore NBA, il suo viaggio è una fonte di ispirazione per chiunque si trovi a dover affrontare momenti di incertezza e cambiamento. La sua storia ci insegna che, anche quando il futuro sembra incerto, la passione e la determinazione possono aprire porte inaspettate e condurre a risultati sorprendenti. Chi avrebbe mai immaginato che quel giovane barista, un giorno, avrebbe potuto brindare al suo successo nel prestigioso mondo della NBA?
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