Le auto a metano stanno affrontando una crisi senza precedenti in Italia, con un clamoroso azzeramento delle immatricolazioni a novembre 2024. Questo evento segna la fine di un segmento di mercato che, in passato, era considerato promettente e sostenibile. La scomparsa dei veicoli alimentati a gas naturale compresso (CNG) dai listini dei produttori e l’assenza di nuovi modelli disponibili per l’acquisto evidenziano la direzione in cui sta andando l’industria automobilistica.
Per capire come si è giunti a questo punto, è utile analizzare gli sviluppi degli ultimi anni. Nel 2020, a causa dell’emergenza Covid-19, i principali costruttori hanno iniziato a rivedere le loro strategie di produzione, spostando il focus verso le auto elettriche. Questa transizione è stata accelerata dalla decisione dell’Unione Europea di bandire le auto a motore termico entro il 2035, portando a un crescente disinteresse per le auto a metano, che rimangono legate a motori tradizionali.
Le aziende come Volkswagen e Stellantis, tra i maggiori produttori di auto a metano, hanno annunciato la cessazione della produzione di questi veicoli tra il 2022 e il 2023. Questa decisione ha segnato un chiaro passaggio verso un futuro elettrico, lasciando le auto a metano senza un supporto concreto. Inoltre, la crisi energetica del 2022, aggravata dall’invasione russa dell’Ucraina, ha ulteriormente complicato la situazione. I prezzi del metano hanno raggiunto picchi record, superando in alcune località italiane i 5 euro/kg, rendendo questo carburante meno competitivo rispetto alla benzina.
In passato, il metano rappresentava un’alternativa economica e sostenibile, con prezzi attorno a 1 euro/kg. Tuttavia, i recenti aumenti e la volatilità dei costi hanno eroso la fiducia degli automobilisti. Anche se il costo del metano è tornato a livelli più ragionevoli, intorno a 1,32 euro/kg a settembre 2024, la clientela rimane scettica, preferendo le auto a benzina per la loro maggiore stabilità economica.
Negli ultimi dieci anni, la quota di mercato delle auto a metano è crollata drasticamente, passando dal 5,42% nel 2014 a una percentuale quasi insignificante nel 2023, con solo lo 0,12% di immatricolazioni. Questo declino è stato accompagnato dalla completa assenza di nuovi modelli, un chiaro segnale dell’abbandono del settore da parte dei costruttori.
La crescente attenzione verso le auto elettriche e ibride, sostenute da politiche governative favorevoli e incentivi economici, ha ulteriormente relegato le auto a metano a un ruolo marginale. Le strategie di sostenibilità promosse dall’Unione Europea spingono verso l’elettrificazione, mentre i veicoli a metano vengono sempre più trascurati.
Inoltre, la rete di distribuzione del metano ha subito una contrazione, con molti distributori costretti a chiudere a causa della mancanza di domanda. Gli automobilisti, ormai abituati a carburanti alternativi come i biocarburanti o l’elettricità, hanno smesso di considerare il metano come una valida opzione. Questo circolo vizioso di scarsa offerta e domanda ha contribuito a seppellire definitivamente il mercato delle auto a metano in Italia.
In conclusione, l’assenza di immatricolazioni di auto a metano nel mese di novembre 2024 rappresenta non solo un cambiamento nel settore automobilistico italiano, ma anche una riflessione più ampia sul futuro della mobilità sostenibile. Sebbene le auto a metano siano state inizialmente accolte come una soluzione ecologica, fattori economici, politiche industriali e cambiamenti nei comportamenti dei consumatori hanno portato alla loro progressiva estinzione. La transizione verso forme di mobilità più pulite e sostenibili è ormai inarrestabile, e il metano, purtroppo, sembra destinato a diventare solo un ricordo nel panorama automobilistico italiano.
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