Giovedì sera, Milano ha ospitato una tavola rotonda significativa dedicata al calcio giovanile italiano, un tema di crescente importanza nel panorama calcistico attuale. L’evento, tenutosi presso lo studio legale LCA, ha visto la partecipazione di relatori di spicco come Demetrio Albertini, Cristian Chivu, Roberto Samaden, Andrea Stramaccioni ed Elisabetta Spina. La discussione ha messo in luce le sfide e le opportunità del settore giovanile, un ambito che, secondo gli esperti, necessita di un rinnovato coraggio e di una visione strategica per affrontare le problematiche attuali.
l’importanza della qualità nei settori giovanili
Il presidente del Settore tecnico della FIGC, Demetrio Albertini, ha aperto il dibattito evidenziando l’importanza di elevare la qualità dei dirigenti e degli allenatori. “La scuola di Coverciano è sempre stata sinonimo di eccellenza”, ha dichiarato Albertini, “ma è fondamentale concentrarsi su figure chiave come i responsabili dei settori giovanili. Dobbiamo lavorare per fornire loro un supporto mirato”. La riflessione di Albertini si basa su dati allarmanti: solo il 5% dei calciatori italiani Under 22 gioca nei campionati di Serie A e B, mentre circa il 12% in Serie C. Un dato che, purtroppo, non sembra migliorare nel tempo.
il confronto con le altre nazioni
Il confronto con altre nazioni calcistiche, come Germania, Spagna e Francia, evidenzia un gap preoccupante. Nei paesi citati, un giovane calciatore raggiunge in media 100 presenze nei massimi campionati tra i 20 e i 22 anni, mentre in Italia questo traguardo si raggiunge a 24 anni. Albertini ha sottolineato che il problema non risiede nel talento dei giovani, ma nel sistema che non consente loro di emergere in tempi utili. “In un mercato come quello attuale, l’età rappresenta un valore strategico”, ha affermato.
la necessità di un intervento strutturale
Roberto Samaden, responsabile del vivaio dell’Atalanta e della Sezione Sviluppo del calcio giovanile del Settore Tecnico della FIGC, ha condiviso la sua esperienza, sottolineando la necessità di un intervento strutturale. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento della qualità degli allenatori, ma questo non si è riflesso nel miglioramento della qualità dei giocatori”, ha dichiarato. Secondo Samaden, non è solo l’allenamento sul campo a fare la differenza, ma anche l’ambiente in cui i giovani crescono.
- Dirigenti preparati sono fondamentali.
- È necessaria una managerialità capace di creare un contesto favorevole alla crescita.
La discussione ha messo in luce anche i successi delle nazionali giovanili italiane, che hanno conseguito risultati importanti in ambito europeo. Tuttavia, Samaden ha messo in evidenza un paradosso: mentre l’Under 17 italiana vince il campionato europeo, i pari età spagnoli giocano già nelle prime squadre. “Non si tratta di mancanza di talento, ma di una differenza di opportunità. I nostri ragazzi non trovano spazio nei club professionistici”, ha aggiunto.
investire nella preparazione dei giovani
Andrea Stramaccioni, ex allenatore di diverse squadre, ha evidenziato l’importanza di investire nella preparazione dei giovani. “Il divario tra la Primavera e la Serie A è enorme”, ha affermato, sottolineando come sia difficile far emergere i talenti esclusivamente attraverso i vivai. “Le seconde squadre rappresentano un’opportunità fondamentale per far crescere i giovani in un contesto competitivo”, ha aggiunto. La sua esperienza con l’Inter ha dimostrato quanto sia importante integrare i giovani in squadre già consolidate.
Elisabetta Spina ha infine messo in risalto l’importanza di un approccio integrato e sistemico. “Non possiamo preoccuparci solo di chi diventa professionista, ma dobbiamo riconsiderare l’intero sistema”, ha affermato. “L’ambiente in cui i giovani crescono deve essere adeguato e formativo. Il nostro compito è garantire che abbiano le giuste opportunità”.
L’incontro ha rappresentato un momento cruciale per riflettere sulle potenzialità e le sfide del calcio giovanile in Italia. Gli esperti concordano su un punto: è necessario un approccio coraggioso e innovativo per rilanciare i vivai italiani, creando un ambiente favorevole alla crescita dei giovani talenti, per garantire un futuro solido al calcio nostrano. La strada da percorrere è lunga, ma la volontà di cambiamento è forte e condivisa tra i professionisti del settore.