Coppa d’Africa, “made in China”: cosa sta succedendo?

Via alla Coppa d’Africa. Ventiquattro squadre ai nastri di partenza della trentaquattresima edizione di un torneo che ha tantissimo da raccontare. Costa d’Avorio (paese ospitante e fra le grandi favorite alla vittoria finale) e Guinea Bissau apriranno una kermesse che si chiuderà il prossimo 11 febbraio. Calendario compresso per venire incontro alle esigenze del torneo e dei club che hanno prestato i loro campioni.

Coppa d’Africa, un continente in crescita

 La Coppa d’Africa è sentitissima alle latitudini per motivi abbastanza intuibili. Essendo complicatissimo, per le nazionali africane, affermarsi a livello mondiale, la vittoria nel torneo continentale è stata sempre considerata alla stregua di un mondiale. Tuttavia, come ha dimostrato il Mondiale del 2022, il calcio locale è in enorme crescita. Basti pensare che il Senegal, strafavorito per la vittoria mondiale, può contare su stelle del calibro di Mane e Koulibaluy. Padroni di casa che possono ambire al trofeo, ma la concorrenza è molto attrezzata. Il Marocco è reduce dallo straordinario Mondiale in Qatar (prima squadra a entrare fra le prime quatto nella storia del calcio africano al Mondiale); la Nigeria di Osimehn e Lookman è un osso duro per tutti, così come l’Egitto di Salah. Il regolamento è identico a quello dell’Europeo. Sei gironi da quattro squadre: passano agli ottavi di finale le prime due di ogni gruppo e le quattro migliori terze qualificate. Quindi fase a eliminazione diretta sino alla finale.

Statistiche e curiosità: c’è anche la Cina in campo

Sadio Mane
Immagine | Epa

La nazionale più vincente nella storia della competizione è l’Egitto che si è portato a casa il trofeo in sette occasioni, ma non riesce a vincere dal 2010. Insegue il Camerun a quota cinque. Il Ghana è sul podio con quattro successi ma non riesce a vincere dal 1982. Il capocannoniere all time della competizione è il Camerunense Samuel Eto’o, vecchia conoscenza del calcio italiano. Questa edizione, pur non vedendo nazionali al loro esordio assoluto alla fase finale, è comunque già destinata a passare alla storia per la presenza della Cina. La nazionale asiatica non scenderà in campo per ovvi motivi geografici, ma ha praticamente imposto la candidatura della Costa d’Avorio, fra le nazioni inserite nel programma di sviluppo “Stadium diplomacy”, ovvero nella creazione di un rapporto politico ed economico legato alla realizzazione di infrastrutture sul territorio. La nazione ospitante, che non organizzava il torneo da quaranta anni, ha beneficiato, per l’appunto di stadi da calcio. In cambio, la Cina ha una corsia preferenziale nell’acquisto di materie prime. Non è una novità: l’influenza di Pechino in Africa è enorme e secondo alcune stime, le edizioni dell’ultimo ventennio hanno alla base importanti contributi provenienti dalla via della seta.

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