Condanna a 4 anni per l’incidente mortale causato da un camionista

Il tribunale di Vicenza ha emesso una sentenza di condanna a quattro anni per Wolfgang Rieke, il camionista tedesco responsabile dell’incidente stradale che ha portato alla morte del celebre ex ciclista Davide Rebellin. L’incidente è avvenuto il 30 novembre 2022 a Montebello Vicentino. Oltre alla pena detentiva, il giudice Filippo Lagrasta ha stabilito la revoca della patente di guida per Rieke e l’obbligo di coprire tutte le spese processuali. L’accusa era di omicidio stradale, aggravato dalla fuga: dopo il tragico impatto, Rieke si era allontanato dal luogo dell’incidente con il suo camion, cercando rifugio in Germania.

L’individuazione e l’arresto di Rieke sono stati possibili grazie all’uso delle telecamere di sorveglianza e a un video girato da un testimone oculare. Questo materiale ha giocato un ruolo cruciale per i carabinieri di Vicenza, che sono riusciti a risalire al responsabile e a fermarlo. Durante il processo, il pubblico ministero Roderich Blattner aveva richiesto una condanna di cinque anni, mentre in un’udienza preliminare, la proposta di patteggiamento di tre anni e undici mesi avanzata dai legali di Rieke era stata respinta.

Le condizioni di salute di Rieke hanno complicato l’iter giudiziario. Infatti, nel maggio scorso, il camionista è stato colpito da un ictus poco prima della prima udienza del processo. Questo evento ha portato il giudice a revocare gli arresti domiciliari, permettendo a Rieke di rimanere in Germania, dove è attualmente ricoverato in ospedale.

La famiglia di Davide Rebellin, composta dalla moglie, dalla madre e dai tre fratelli, ha già ricevuto un risarcimento dalla compagnia di assicurazione del camion. Durante l’udienza, la madre di Rebellin, Brigida Gattere, e il fratello Carlo erano presenti insieme al loro avvocato, Davide Picco, e al consulente Alessio Rossato di Studio3A-Valore S.p.A., che ha fornito supporto legale e morale alla famiglia dall’inizio della vicenda.

Le indagini hanno rivelato che l’incidente è stato causato dalla mancata segnalazione della svolta da parte di Rieke. Dopo l’incidente, il camionista sarebbe sceso dal mezzo e si sarebbe avvicinato al corpo di Rebellin per ben due volte, allontanandosi poi senza prestare soccorso. La sua fuga in Germania, attraverso strade secondarie, era un tentativo di evitare l’arresto.

Alessio Rossato ha commentato la sentenza, esprimendo una moderata soddisfazione per la pena inflitta, sottolineando l’importanza del lavoro svolto dalla Procura di Vicenza. Ha però aggiunto che, nonostante la condanna, nulla potrà restituire Davide Rebellin alla sua famiglia. Il difensore di Rieke, Enrico Ambrosetti, ha affermato che la pena è sostanzialmente quella che era stata proposta in patteggiamento, ma ha sottolineato che, non avendo accettato il patteggiamento, si è perso il terzo del rito. Ha anche riconosciuto che il tribunale ha correttamente applicato le attenuanti, sia per il risarcimento del danno che quelle generiche, che non erano state accolte dal giudice per le indagini preliminari. Nonostante ciò, Ambrosetti ha concluso affermando che la vicenda resta comunque profondamente triste.

La morte di Davide Rebellin ha lasciato un vuoto immenso nel mondo del ciclismo e tra i suoi cari. Il ciclista, noto per la sua carriera brillante e per aver ispirato molti giovani appassionati di questo sport, è ricordato non solo per le sue vittorie, ma anche per la sua umanità e dedizione. L’incidente che ha posto fine alla sua vita è un triste promemoria dei pericoli che i ciclisti affrontano quotidianamente sulle strade. La comunità ciclistica italiana e internazionale si è stretta attorno alla famiglia Rebellin, esprimendo solidarietà e affetto in un momento così difficile.

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