
Cio: il nuovo presidente tra veleni e strategie geopolitiche - ©ANSA Photo
Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) si trova a un bivio cruciale in un contesto di grande incertezza e tensione geopolitica. L’elezione del nuovo presidente, che avverrà domani a Costa Navarino, rappresenta un momento significativo nella storia recente dello sport mondiale. Con un numero record di sette candidati, questa elezione non è solo una questione di leadership, ma anche di come affrontare le complesse questioni politiche e sociali che caratterizzano il panorama attuale.
L’attuale presidente, Thomas Bach, ha deciso di non ricandidarsi dopo dodici anni di leadership. In un’intervista, ha rivelato di essersi sentito “solo” durante la crisi sanitaria globale causata dalla pandemia di COVID-19, un periodo che ha messo a dura prova il mondo dello sport e i valori fondamentali dell’olimpismo. Bach ha dovuto navigare tra sfide senza precedenti, dalla sospensione di eventi sportivi a livello mondiale alla ristrutturazione delle modalità di partecipazione degli atleti.
Questioni spinose da affrontare
La nuova leadership del CIO dovrà affrontare questioni delicate, come la riammissione degli atleti russi alle competizioni olimpiche. Questo dibattito è complesso e polarizzante:
- Inclusione: Alcuni sostengono che sia necessario garantire l’unità dello sport.
- Diritti umani: Altri richiamano l’attenzione sulle violazioni dei diritti umani e le implicazioni geopolitiche del conflitto in Ucraina.
La posizione del CIO riguardo alla Russia sarà cruciale nei prossimi anni, influenzando le dinamiche dello sport internazionale.
Inoltre, l’elezione segnerà un momento di grande rilevanza per l’evoluzione del concetto di inclusività nello sport. Le recenti polemiche sulle politiche di genere e sui diritti degli atleti transgender influenzeranno sicuramente le decisioni future. Imane Khelif, giovane atleta di boxe, ha affermato la sua determinazione a competere alle prossime Olimpiadi di Los Angeles, sottolineando che le politiche di Trump non la intimidiscono. La sua dichiarazione evidenzia le tensioni tra le esigenze di inclusione e le posizioni politiche nazionali.
Candidati alla presidenza
Tra i candidati, tre nomi spiccano per esperienza e profilo internazionale:
- Sebastian Coe: Presidente della World Athletics, noto per la sua capacità di mediare tra le diverse anime dello sport.
- Juan Antonio Samaranch Jr.: Porta con sé un’eredità familiare legata alla storia del CIO.
- Kirsty Coventry: Ex campionessa olimpionica e attuale ministro dello sport dello Zimbabwe, sarebbe la prima donna e la prima africana a guidare il CIO.
La questione del quorum è fondamentale: per essere eletto, il nuovo presidente dovrà ottenere almeno 49 voti. Gli aventi diritto al voto saranno 97, escludendo i membri del CIO appartenenti agli stessi paesi dei candidati, ma non i membri cinesi Yu Zaiqing e Li Lingwei, che sollevano interrogativi riguardo a potenziali conflitti di interesse.
Manovre diplomatiche e processo elettorale
Le manovre diplomatiche si intensificano nei corridoi del CIO, con alleanze e strategie che si formano in vista del voto. Johan Eliasch, presidente della Federazione Internazionale degli Sport Invernali, ha sottolineato l’importanza storica della decisione che sarà presa: “L’olimpismo è centrale da 3.000 anni, ma tutti sappiamo le implicazioni delicate di questa scelta”.
Il processo di voto, che avverrà a porte chiuse, prevede un meccanismo complesso che può richiedere fino a sei tornate. Se nessun candidato raggiunge il quorum, il candidato con il minor numero di voti verrà eliminato, e si procederà con un nuovo scrutinio. Questa procedura aggiunge suspense all’intero processo elettorale. Come ha osservato Samaranch Jr., “È molto facile in questo mondo confondere un sorriso con un voto”, evidenziando la natura strategica delle elezioni nel mondo dello sport.
In questo clima di attesa e tensione, il mondo dello sport guarda con interesse e preoccupazione a ciò che accadrà nei prossimi giorni. L’elezione del nuovo presidente del CIO non riguarda solo la leadership di un’organizzazione, ma si intreccia con le dinamiche geopolitiche globali, le questioni di inclusività e la direzione futura dell’olimpismo.