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Chi è Tathiana Garbin, la capitana azzurra che sta lottando contro un tumore raro

La ex numero 22 del mondo, al comando dell’Italdonne di tennis, ha condiviso apertamente la sua malattia. Ecco chi è Tathiana Garbin

Tathiana Garbin si trova ora di fronte a una nuova battaglia: un tumore raro con cui combatte da alcune settimane. Il 12 novembre, la leader della Nazionale femminile di tennis ha ceduto il palco alle sue atlete, protagoniste di un’entusiasmante avventura in Billie Jean King Cup. Tuttavia, ha rivelato di aver affrontato un intervento chirurgico a ottobre per trattare questo raro tumore e che è previsto un secondo intervento seguendo il piano di trattamento stabilito dai medici.

Tathiana Garbin, i suoi successi nel tennis e la sua sfida da vincere

Ventiquattrore dopo l’annuncio di Tathiana Garbin sulla sua malattia e la necessità di un nuovo intervento per affrontare il tumore, la comunità tennistica, sia italiana che internazionale, si è compatta attorno a lei. Un abbraccio caloroso e affettuoso, carico di energia positiva, simile a quella che Garbin ha sempre trasmetto a tutti coloro che le sono vicini. L’esempio tangibile è il notevole risultato a Siviglia, con la finale di King Cup raggiunta dopo un decennio. Un vero capolavoro di Garbin, che ha ricostruito la nazionale femminile da zero. Adesso è il momento di dedicare del tempo a se stessa, affrontando cure impegnative, ma senza mai perdere di vista il futuro.

La donna di 46 anni originaria di Mestre, già classificata come la numero 22 del mondo, ha iniziato la sua carriera tennistica sui campi di terra rossa nel tennis club di via Olimpia, sotto la guida degli allenatori Krzysztof Piotrowski e Paolo Scantamburlo. Grazie al talento e all’impegno, ha raggiunto un notevole successo, posizionandosi tra le prime 50 del mondo per molti anni. Il momento culminante della sua carriera è stato nel 2004 al Roland Garros, quando è diventata la prima atleta italiana a sconfiggere una numero uno del ranking, la belga Justine Henin. Dopo il suo debutto in classifica nel 1993, la talentuosa tennista veneta ha mantenuto la sua posizione per 17 anni prima di decidere di ritirarsi nel 2011, avvertendo i segnali di stanchezza provenienti dal suo corpo.

Foto | EPA/CAMILLE FARGES – Wigglesport.it

Entrata prontamente nell’ambito federale, Garbin ha avanzato con competenza e credibilità nelle gerarchie interne. Il suo incarico come guida dell’ItalTennis ha preso avvio nel 2016, quando Tathiana Garbin ha assunto il ruolo di capitana della squadra femminile, subentrando a Corrado Barazzutti. A 39 anni, si è trovata a ereditare il compito di rimettere in moto la nazionale dopo uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, compito che ha portato a termine con risultati eccellenti, contribuendo alla formazione di una nuova generazione di talenti. “Abbiamo attraversato chiaramente una fase complicata – ha condiviso qualche mese fa, quando si intravedeva già il successo del suo lavoro -, ma era parte del processo di crescita. Abbiamo compiuto un lavoro straordinario con le giovani atlete presso il centro tecnico di Formia. Inizialmente, poteva sembrare che non ci fosse nulla all’orizzonte, ma queste ragazze stanno crescendo ed è fondamentale mantenere la fiducia in questo processo”.

Proprio la presenza costante e l’esempio quotidiano di Garbin hanno giocato un ruolo cruciale nella crescita del nuovo gruppo di atlete, che ha raccolto l’eredità del Dream Team composto da Pennetta, Schiavone, Vinci e Errani. Attualmente, i nomi di riferimento sono Trevisan, Paolini, Cocciaretto e Bronzetti, e dietro di loro c’è tutta l’esperienza dell’ex campionessa di Mestre, che ha dichiarato: “Dopo il mio ritiro, l’obiettivo principale è stato trasmettere ciò che ho imparato, restituendo al tennis quanto mi ha donato. Credo di aver raggiunto in parte il mio scopo, ma il merito non è solo mio; appartiene sempre alle ragazze che scendono in campo“. Ora, per l’intero gruppo, c’è l’opportunità di restituire il favore, abbracciando con affetto la capitana Garbin nella sua sfida più impegnativa contro il cancro. Un gesto simile a quello che aveva compiuto lei stessa nel 2017, quando Garbin era diventata testimonial del progetto “Atleti al tuo fianco”, che connette gli sportivi con coloro che stanno affrontando la battaglia contro il cancro.

Il progetto “Atleti al tuo fianco” ha l’obiettivo di unire le atlete e gli atleti alle persone impegnate nella lotta contro il cancro maligno. Numerosi sono gli sportivi e i club che hanno aderito a questa iniziativa, con aggiornamenti e storie condivise quotidianamente sui social media.

Quando discutiamo di sport, implicitamente associamo la salute e il benessere. In situazioni in cui, purtroppo, la salute viene compromessa, il supporto psicologico diventa cruciale per affrontare con determinazione il difficile cammino verso la guarigione. Il dottor Alberto Tagliapietra, esperto in Psiconcologia e mente di “Atleti al tuo fianco”, offre il suo aiuto ai pazienti e alle loro famiglie. Questo progetto, patrocinato dall’associazione Anrebì Onlus, non solo fornisce sostegno psicologico prezioso attraverso le esperienze di campioni dello sport, inclusi tennisti, ma si impegna anche nella sensibilizzazione sulla prevenzione del cancro.

Vediamo le parole di Alberto Tagliapietra, l’ideatore del porgetto a proposito di “Atleti al tuo fianco”: “Atleti al tuo fianco nasce nel maggio 2016, poco prima degli Internazionali BNL d’Italia. Già l’anno precedente molti tennisti si erano prestati ad un video di incoraggiamento per Filippo, un ragazzo appassionato di tennis che seguivo perché colpito da una forma molto rara e grave di leucemia. Nel corso dell’anno successivo pensai che si dovesse trovare una più ampia forma di interazione fra lo sport e chi lo segue mentre combatte il cancro. Partii quindi per il Foro Italico con l’idea di Atleti al tuo fianco: raccontare agli sportivi le difficoltà quotidiane di chi combatte un tumore e farli riflettere e dialogare in maniera serena delle proprie difficoltà sportive, senza soffermarsi troppo sulle analogie e, soprattutto, differenze fra i due ambiti ma concentrandosi su come essi le affrontino e, soprattutto, reagiscano. L’obiettivo era parlare di cancro, in maniera serena, poco clinica e molto orientata alla vita quotidiana. Al Foro incontrai Lea Pericoli e Nicola Pietrangeli: esposi loro il mio progetto e, in tutta risposta, mi invitarono a cena per continuare a parlarne. Nacque così la prima testimonianza, quella di Lea e Nicola, nella quale mi incoraggiarono tantissimo a perseguire gli obiettivi che mi ero prefissato: entrambi parlavano sia da ex atleti sia da sopravvissuti al cancro e trovarono da subito vincente la formula dell’iniziativa. Da allora i partecipanti sono stati davvero tantissimi: nel tennis hanno già aderito prestando la propria testimonianza Corrado Barazzutti, Diego Nargiso, Tathiana Garbin, Thomas Fabbiano, Luca Vanni, Karin Knapp, Stefano Travaglia, Lorenzo Giustino, Martina Di Giuseppe, Flavio Cipolla, Matteo e Jacopo Berrettini, Alberta Brianti, Salvo Caruso, Vincenzo Santopadre, Nastassja Burnett, Beatrice Lombardo, Marco Chiudinelli, Lorenzo Sonego, Alice Balducci, Filippo Volandri, Umberto Rianna, Anastasia Grimalska, Laurynas Grigelis, Andrea Vavassori, Federica Di Sarra, Gianluca Di Nicola, Riccardo Rosolin, Marco Cecchinato, Riccardo Ghedin, Alberto Paris, Stefania Rubini, Andrea Arnaboldi, Tommy Robredo, Federico Gaio e una menzione specialissima per Paola e Francesca Luzzi che hanno accettato di partecipare ricordando il compianto figlio e fratello Federico Luzzi. Anche dagli altri sport gli atleti hanno risposto presente, solo per citarne alcuni Emiliano Viviano, Nicolas Burdisso, Samuele Papi, Manuela Leggeri, Dario Hubner, Alberto Cisolla, Francesco Magnanelli, Simona Gioli, Matteo Soragna. E giorno dopo giorno, questa grande squadra sta continuando la sua missione con nuove persone e nuove testimonianze. Ah, Filippo, il ragazzo del video di incoraggiamento, oggi sta bene ed è ancora profondamente grato a tutti i tennisti che gli sono stati vicini nel 2015”.

 

Federico Liberi

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