Mark Cavendish è indubbiamente uno dei nomi più iconici del ciclismo moderno, e il suo percorso è una vera e propria epopea di successi e battaglie. Ricordo perfettamente il 2009, quando avevo il privilegio di commentare la Milano-Sanremo insieme ad Auro Bulbarelli. Fu un momento che rimarrà impresso nella memoria di tutti gli appassionati di ciclismo. Il tedesco Haussler, in maglia nera della Cervelo, sembrava destinato alla vittoria, ma poi, come un fulmine, Cavendish si fece avanti, superando tutti con una volata straordinaria che lasciò tutti a bocca aperta. Fu un colpo di reni incredibile, che lo portò a vincere la Classicissima in un finale mozzafiato.
Quella vittoria rappresenta perfettamente lo spirito di Cavendish: un corridore che ha saputo affrontare le sfide più dure con determinazione e tenacia. La sua carriera, iniziata nel 2006, è durata ben sedici anni, durante i quali ha collezionato successi straordinari e ha scritto pagine indelebili della storia del ciclismo. Con 35 vittorie di tappa al Tour de France, Cavendish ha superato il leggendario Eddy Merckx, diventando il corridore con il maggior numero di vittorie nella storia della corsa francese. La sua prima vittoria al Tour risale al 2008, e l’ultima è avvenuta quest’anno, un traguardo che ha segnato la fine di un’era.
Ciò che colpisce di Cavendish non è solo il numero delle sue vittorie, ma anche la sua capacità di adattarsi e rimanere competitivo nel corso degli anni. La sua carriera non è stata priva di ostacoli; nel 2022, dopo un infortunio che lo costrinse a ritirarsi, sembrava che il suo tempo fosse finito. Ma il suo spirito indomito lo ha spinto a continuare, e così ha deciso di posticipare il ritiro al 2024, con l’obiettivo di raggiungere la sua 35esima vittoria al Tour.
Quest’anno, il Tour ha preso il via da Firenze, e Cavendish ha dimostrato ancora una volta la sua resilienza. Nella prima tappa, si è staccato dal gruppo dopo soli 50 km, ma non si è arreso. Con l’aiuto di alcuni compagni di squadra, ha tagliato il traguardo di Rimini, nonostante fosse in penultima posizione e avesse accumulato un ritardo considerevole dal vincitore. La sua determinazione e il suo spirito combattivo erano palpabili: il suo unico pensiero era vincere quella benedetta tappa e scrivere un’altra pagina della sua già straordinaria carriera.
Cavendish rappresenta un tipo di ciclismo che oggi sembra essere in via di estinzione: il ciclismo dei velocisti puri, quelli che si preparano alla volata finale con strategie ben definite, formando “treni” di corridori che prendono il comando del gruppo a pochi chilometri dall’arrivo. Questi treni, una volta simbolo delle volate, oggi sono rari, e Cavendish è stato uno dei protagonisti di quell’epoca. La sua capacità di orchestrare e anticipare le dinamiche di gara ha fatto di lui un corridore straordinario.
Nel 2021, dopo anni di difficoltà e una carriera che sembrava avviata verso il declino, Cavendish ha dimostrato che la sua storia non era ancora finita. Con l’aiuto di Patrick Lefevere, team manager della Deceuninck, è tornato a brillare, vincendo quattro tappe al Tour e conquistando la maglia verde. Questo ritorno è stato un trionfo non solo per lui, ma per tutti coloro che hanno sempre creduto nelle sue capacità. La sua risposta a chi lo elogiava era emblematicamente Cavendish: “Non sono tornato il velocista più forte, perché lo sono sempre stato”.
Il suo ultimo Tour ha rappresentato un momento toccante. Anche se è arrivato ultimo, Cavendish era felice, perché era riuscito a vincere la sua 35esima tappa, superando la leggenda Merckx. Questo traguardo non è solo un numero, ma un simbolo della sua carriera, della sua passione e del suo amore per il ciclismo. Cavendish è un guerriero, un lottatore che ha saputo affrontare le avversità e trasformarle in opportunità.
La sua assenza lascerà un vuoto nel mondo del ciclismo. La sua carriera è stata una fonte di ispirazione per molti giovani corridori che sognano di seguire le sue orme. Cavendish non è solo un corridore, ma un simbolo di perseveranza, determinazione e passione per uno sport che richiede sacrificio e impegno. È stato un privilegio seguire la sua carriera e assistere alle sue imprese, e il suo nome rimarrà per sempre nella storia del ciclismo.
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