Carlos Alcaraz, il vero favorito alla vittoria degli Australian Open, se non altro perché arriva alla fase decisiva del torneo con un curriculum immacolato. Un percorso netto, sinora, quello del tennista spagnolo che ha deciso di prendersi un giorno libero per passeggiare in uno dei luoghi più emblematici di Melbourne, il Santuario della Memoria, prima del suo quarto di finale contro Alexander Zverev.
Carlitos, 20 anni e numero due al mondo, ha il tempo dalla sua parte. Rispetto a Zverev ha trascorso sul campo più di cinque ore in meno: 8 e 42minuti, che a questi livelli generano tutta la differenza del mondo. Mettendo a confronto il lasso di tempo speso in campo, Alcaraz si presenta all’appuntamento con il tedesco con quasi una partita in meno rispetto al tedesco che ha giocato per 13 ore e 47’. Il fattore fisico fa dunque pendere (ancora di più) la bilancia dei pronostici a favore del maiorchino.
Del resto, meno si gioca, più si è freschi e il murciano, che ha ceduto solo un set in quattro partite, ha rispettato in pieno uno dei primi comandamenti dello Slam, ovvero raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo nella prima settimana contro avversari alla portata e nel contempo lavorare per raggiungere la migliore condizione fisica in vista della fase decisiva del torneo. Compito svolto alla perfezione.
Alcaraz ha anche una ricetta segreta per assorbire senza accumulare tossine lo stress di uno Slam. Ama moltissimo passeggiare, dormire e trascorrere del tempo ai videogiochi. Quando non si allena, Alcaraz tende a non uscire dagli hotel che lo ospitano, a meno che non vi siano le condizioni ideali per una passeggiata. Lo spagnolo, infatti, ama moltissimo conoscere le città dove gioca e non è difficile incontrarlo nelle zone verdi e lontano dal caos.
Una filosofia, il panismo, fondata sul contatto con la natura, concetto instillatogli da Juanjo Moreno: “Il contatto con la natura, la disconnessione, la vitamina D del sole e le risate condivise con la squadra sono elementi vitali. Ogni dettaglio conta e contribuisce a costruire non solo un corpo forte, ma anche uno spirito vincenti”. È così che Carlitos si presenta a ogni partita rilassato e sicuro di sé a tal punto da prendersi anche un giorno di pausa dagli allenamenti in vista della sua sfida contro Zverev. Se avrà avuto ragione, lo dirà il campo.
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