Fabio Capello, una delle voci più autorevoli del calcio italiano, ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo alla performance delle squadre italiane nelle competizioni europee, in particolare in Champions League. Secondo l’ex allenatore, le squadre italiane stanno soffrendo a causa di una mancanza di intensità e di una cattiva interpretazione del possesso palla, un problema che sembra essere emerso negli ultimi anni. Capello sostiene che il calcio italiano ha cercato di emulare il modello di gioco di Pep Guardiola, ma con risultati insoddisfacenti, poiché la copia non è stata fedele né efficace.
Osservando le partite recenti in Champions League, Capello nota come le squadre italiane abbiano difficoltà ad adattarsi al ritmo serrato e alla pressione intensa delle avversarie europee. Storicamente, l’Italia era nota per il suo calcio veloce e verticale, ma questo stile sembra essere stato abbandonato a favore di un possesso palla più lento e spesso sterile. Questo cambiamento, secondo Capello, ha portato a una mancanza di concretezza e di risultati sia nelle competizioni nazionali che internazionali.
Il confronto con il modello Guardiola
Un esempio emblematico di questo problema è il confronto tra il possesso palla del Manchester City di Guardiola e quello delle squadre italiane. Mentre il City utilizza il possesso come mezzo per controllare il gioco nella metà campo avversaria, le squadre italiane tendono a girare palla nella propria area, un approccio che non porta a concrete occasioni da gol. Persino la Spagna, una delle nazioni più fedeli al possesso palla, ha iniziato a privilegiare la verticalità, ottenendo successo a livello europeo.
La tenuta fisica come chiave
Un altro aspetto critico sottolineato da Capello è la tenuta fisica delle squadre italiane, che spesso non riescono a reggere il confronto con l’intensità richiesta dalle competizioni europee. In Serie A, il ritmo è più basso e le partite sono frequentemente interrotte da falli e soste. Questo non si traduce bene quando le squadre devono affrontare avversari che giocano a un ritmo più rapido e fisico. Capello cita l’esempio del Bologna in Premier League, dove un giocatore come Joshua Zirkzee fatica a esprimersi come faceva in Italia, a causa del ritmo più elevato del gioco inglese.
Le difficoltà delle grandi squadre italiane
Le squadre italiane, come Juventus, Milan e Inter, finiscono spesso per essere sopraffatte dall’intensità delle squadre avversarie, nonostante abbiano giocatori di alta qualità. Capello fa l’esempio di Theo Hernandez del Milan, che in una partita contro il Bruges non è riuscito a mostrare le sue tipiche accelerazioni. Allo stesso modo, la Juventus ha mostrato una mancanza di qualità e intensità contro lo Stoccarda, sottolineando la necessità di un cambio di mentalità e strategia.
L’Inter e il modello di successo
L’Inter, invece, ha dimostrato che con i giusti giocatori in campo e una mentalità adatta è possibile competere ai massimi livelli. Quando l’allenatore Simone Inzaghi ha inserito giocatori chiave come Thuram e Lautaro, l’Inter ha mostrato un gioco più simile a quello delle big d’Europa, con un recupero palla veloce e attacchi verticali incisivi.
Segnali positivi e prospettive future
Nonostante queste criticità, ci sono anche segnali positivi. L’Atalanta, per esempio, continua a essere un modello di intensità e aggressività, caratteristiche essenziali per competere in Champions League. Anche se ha subito una sconfitta sfortunata contro il Celtic, la squadra bergamasca ha dimostrato di poter tenere testa a squadre più quotate grazie alla sua attitudine e organizzazione.
Il Milan, sebbene vittorioso nella sua prima uscita europea, ha mostrato difetti difensivi significativi che potrebbero costargli caro contro avversari più forti come il Real Madrid. Capello evidenzia che la squadra milanese dovrà migliorare l’organizzazione difensiva e prepararsi a una sfida impegnativa al Bernabeu.
La situazione attuale del calcio italiano richiede un ripensamento delle strategie e un ritorno a uno stile di gioco più dinamico e aggressivo. Le squadre italiane devono adattarsi al ritmo e all’intensità delle competizioni europee se vogliono tornare a essere protagoniste a livello internazionale. Il miglioramento della condizione fisica e un approccio più verticale e diretto potrebbero essere la chiave per il successo futuro.