Continua il periodo No in casa Manchester United: arriva un altro clamoroso addio per i Red devils
Il Manchester United è in caduta libera. Dopo un’estate di spese folli, con oltre 200 milioni di sterline investiti su giocatori come Matthijs de Ligt, Manuel Ugarte e Noussair Mazraoui, i Red Devils si ritrovano ancora una volta immersi nella crisi. Nonostante i grandi investimenti, i risultati tardano ad arrivare, e il campo riflette il caos che si respira ai piani alti di Old Trafford.
Con una campagna di mercato apparentemente volta a riportare il club ai vertici, la stagione è invece deragliata già nei primi mesi. Erik ten Hag è stato sollevato dall’incarico a ottobre, dopo aver portato la squadra in una disastrosa 14ª posizione in Premier League. Il suo successore, Ruben Amorim, non è ancora riuscito a invertire la rotta. Ma i problemi non sono solo in panchina: la dirigenza, considerata la vera responsabile di questo disastro, sta subendo un’inevitabile epurazione.
A lasciare il club è Dan Ashworth, l’ormai ex direttore sportivo, durato appena cinque mesi a Old Trafford. Ashworth era arrivato con grandi aspettative dopo l’ottimo lavoro svolto al Brighton e al Newcastle, ma il suo periodo al Manchester United si è rivelato un disastro.
Assunto ufficialmente il 1° luglio 2024, Ashworth avrebbe dovuto essere il simbolo della nuova era INEOS, il gruppo di Jim Ratcliffe che si è da poco insediato come azionista di minoranza. Eppure, i problemi sono iniziati già con il suo arrivo: dalle tensioni con il Newcastle per il suo ingaggio, ai dubbi sui costosi acquisti estivi che non hanno dato i frutti sperati.
Ashworth paga in primis una gestione del mercato confusa. Gli investimenti li di 200 milioni non hanno migliorato la squadra: i nuovi acquisti sono stati finora deludenti, e le cessioni dei prodotti del vivaio che incarnavano lo spirito dei Red Devils, come McTominay, hanno ulteriormente indebolito il gruppo. Inoltre, il licenziamento di Ten Hag e la scelta di Ruben Amorim come sostituto hanno sollevato più dubbi che certezze. Il tecnico portoghese, pur promettente, è arrivato in un contesto caotico e senza un chiaro piano di lungo termine. Ashworth e il CEO Omar Berrada sono stati i principali artefici di questa decisione, che finora non ha portato a miglioramenti.
L’addio di Ashworth segna un’altra pagina nera nella recente storia dello United, dove la dirigenza continua a cambiare rotta senza mai trovare stabilità. La domanda sorge spontanea: chi sarà il prossimo a pagare? Una cosa è certa: il Manchester United non può permettersi di sbagliare ancora.
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