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Calcio, il grido d’allerta di Trentalange: senza autonomia, il futuro dell’Aia è a rischio

Preoccupazioni per il futuro dell’AIA

Alfredo Trentalange ha recentemente espresso le sue preoccupazioni riguardo al futuro dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), sottolineando l’importanza dell’autonomia per garantire una gestione efficace e sostenibile. Durante un incontro all’università eCampus di Roma, Trentalange, già presidente dell’AIA e ora in corsa per riottenere il suo posto, ha chiarito che l’assenza di autonomia gestionale e tecnica all’interno del Consiglio federale della FIGC rappresenta un grave ostacolo per l’organizzazione arbitrale. Con il 2% di rappresentanza ormai un ricordo del passato, Trentalange ha avvertito che senza una chiara direzione verso una maggiore indipendenza, il futuro dell’AIA è incerto.

Un programma per le riforme

Il candidato ha delineato il suo programma elettorale, ponendo l’accento sulla necessità di riforme che possano restituire agli arbitri un certo grado di libertà decisionale. La sua visione non implica una rottura con la FIGC, ma piuttosto un tentativo di stabilire un dialogo costruttivo che possa portare a un riconoscimento formale dell’autonomia necessaria per svolgere il loro lavoro in modo efficace. “Quello che interessa oggi è capire se ci sono possibilità per arrivare a questa autonomia”, ha dichiarato Trentalange, evidenziando la volontà di lavorare all’interno del sistema piuttosto che emarginarsi.

Comunicazione trasparente

Un altro tema affrontato da Trentalange è la comunicazione degli arbitri dopo le partite. Ha ricordato che al suo arrivo nel 2021 ci fu una significativa apertura su questo fronte, sottolineando che una comunicazione trasparente è fondamentale per il rapporto tra arbitri, giocatori e tifosi. “Se il tempo sarà proporzionale, riguadagneremo il tempo perduto con un’apertura maggiore”, ha affermato, indicando che il dialogo è essenziale per migliorare l’immagine della categoria. La comunicazione, secondo Trentalange, non deve limitarsi a dichiarazioni formali, ma deve includere anche la condivisione di verità e chiarimenti sulle decisioni prese durante le gare. In un contesto in cui le polemiche sono all’ordine del giorno, una maggiore trasparenza potrebbe contribuire a mitigare le critiche e a costruire un rapporto di fiducia con il pubblico.

Riflessioni sul VAR

La questione del VAR è stata un altro punto di discussione importante. Trentalange ha riconosciuto la necessità di approfondire i protocolli esistenti e di apportare eventuali modifiche per migliorare l’efficacia di questo strumento. Pur comprendendo le critiche mosse al VAR, ha sottolineato che si tratta di una tecnologia giovane, che deve essere continuamente valutata e migliorata. La sua posizione si basa sulla convinzione che l’innovazione nel calcio deve essere accompagnata da una riflessione critica e da un adattamento alle esigenze del gioco moderno.

La squadra di Trentalange

Durante l’incontro, Trentalange ha anche presentato i membri della sua squadra per il comitato nazionale, con Katia Senesi proposta come vice presidente vicario e Francesco Zagara come vice presidente. Questa squadra, secondo il candidato, è composta da persone competenti e appassionate, pronte a lavorare insieme per il bene dell’AIA e per il miglioramento della categoria arbitrale in Italia.

Candidatura condivisa con Zappi

Infine, Trentalange ha parlato della possibilità di una candidatura condivisa con Antonio Zappi. Ha rivelato di essere stato disposto a fare un passo indietro per favorire un’alleanza, ma che le complicazioni emerse hanno reso impossibile questa opzione. Nonostante le divergenze, ha affermato di avere la coscienza a posto, suggerendo che la sua priorità rimane il bene dell’AIA, al di là delle ambizioni personali.

Verso le elezioni del 14 dicembre

In vista delle elezioni previste per il 14 dicembre, il messaggio di Trentalange è chiaro: l’autonomia è un elemento cruciale per il futuro dell’arbitraggio in Italia, e solo attraverso un dialogo aperto e una gestione trasparente sarà possibile costruire un clima di fiducia e rispetto reciproco tra tutti gli attori del mondo del calcio. La sua proposta si colloca in un contesto di riforme necessarie per affrontare le sfide attuali e per garantire che gli arbitri possano svolgere il loro lavoro senza pressioni esterne, contribuendo così a un calcio più giusto e equilibrato.

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