Cos’è il metodo RedBird e come funziona? Una domanda che si pongono in continuazione molti milanisti, ma non solo. Proviamo a capirne qualcosa di più.
Il Milan non sta attreversando un momento particolarmente brillante dal punto di vista dei risultati. La fresca eliminazione ai quarti di finale di Coppia Italia, frutto della sconfitta interna 2-1 con l’Atalanta, è solo l’ultimo episodio di una stagione fino ad ora complessa. Prima era arrivata, infatti, anche l’eliminazione dalla Champions League, con la retrocessione in Europa League, e in campionato le cose non vanno meglio. Terzo posto sì, ma molto lontano da Inter e Juventus. Una situazione che ha messo in discussione la presenza di Pioli sulla panchina del Milan e che ha fatto invocare a molti tifosi degli interventi sul mercato, che difficilmente però arriveranno o comunque non saranno risolutivi.
Il Milan e il metodo RedBird sul mercato
Proprio la gestione del mercato è una delle caratteristiche principali della nuova proprietà rossonera, quella del gruppo RedBird. La società, infatti, si muove seguendo una sorta di modello. I milanisti e non solo se ne sono già accorti nelle ultime sessioni. Non si tratta, di certo, di una proprietà disposta a svenarsi per un acquisto, ma è anzi molto oculata nei suoi investimenti. Ecco alcuni principi cardine di questo modello:
- Non si partecipa ad aste. I rilanci da parte del Milan avvengono soltanto se strettamente necessario e non esiste il concetto di dover acquistare a tutti i costi un calciatore.
- Si può rinunciare a qualsiasi acquisto se non esistono le condizioni necessarie, dal punto di vista economico o contrattuale.
- Non esiste un tetto effettivo agli stipendi, ma la linea è molto chiara: non alzarli sopra una certa soglia o, altrimenti, lasciare libero il giocatore di accasarsi altrove.
- Le trattative si fanno soltanto a fronte di un’offerta coerente. In caso contrario non ci si siede nemmeno al tavolo.
Come si muove RedBird sul mercato? Parla il Tolosa
Il Milan non è l’unica società di proprietà di RedBird. Interessanti, in questo senso, le parole di Damien Comolli, presidente del Tolosa, altro club di proprietà di RedBird. Comolli a Le Figarò ha detto: “Abbiamo più di 40mila giocatori in archivio per cui siamo in grado di sapere tutto. Compriamo dei dati, ma li elaboriamo con i nostri algoritmi per farne delle statistiche esclusive. RedBird? Mi sono associato con loro perché volevamo tutti lavorare con questo metodo. Redbird così ha comprato una società di analisi di data molto conosciuta negli Stati Uniti: Zelus. E da loro ci sono nove analisti che lavorano esclusivamente per il Tolosa. Vogliamo sganciarci dal modello del trading dei giocatori. Poi però c’è anche la realtà. Se un giocatore diventa performante cercheremo di trattenerlo ma fino a un certo punto“.
Il presidente dei tolosani si è poi concentrato sulla scelta dei giocatori: “Il primo criterio è naturalmente la qualità. Ma di rado prendiamo giocatori con più di 25 anni e poi spingiamo lo studio molto in profondità. Di recente abbiamo incontrato un attaccante e gli abbiamo mostrato esattamente le sue zone di gioco per percentuali di minuti, tutti i suoi tiri sulle ultime due stagioni. E non con dei video, ma con analisi. Tutto in tre minuti. Ai giocatori piace, è un argomento in più per convincerli“.