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Cairo lancia un appello: uniti per salvare il calcio in crisi

Urbano Cairo, presidente del Torino e di RCS MediaGroup, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sul futuro del calcio italiano durante uno dei panel dello Sport Industry Talk, evento organizzato dal Corriere della Sera a Roma. La sua analisi si è concentrata su una questione cruciale: la sostenibilità economica del calcio, un argomento di crescente rilevanza in un periodo di crisi e incertezze.

Cairo ha esordito sottolineando la passione che nutre per il calcio, un amore che lo accompagna sin dall’infanzia quando sognava di diventare un calciatore. Tuttavia, ha messo in luce un paradosso che affligge il mondo del calcio da decenni: “I costi crescono molto più dei ricavi.” Questo fenomeno non è limitato all’Italia; anche il calcio inglese, che rappresenta un’industria di 8,2 miliardi di euro, sta affrontando perdite significative, con solo quattro club in attivo. Cairo ha quindi avvertito che il calcio sta diventando un’attività insostenibile, dove l’unico obiettivo sembra essere l’aumento dei ricavi, senza un adeguato focus sulla riduzione dei costi.

Sostegno politico e opportunità di investimento

Uno dei punti salienti del suo intervento è stata la richiesta di un maggiore sostegno da parte della politica. Secondo Cairo, il calcio italiano contribuisce in modo significativo all’economia, generando introiti fiscali elevati e occupando centinaia di migliaia di persone. Tuttavia, i governi tendono a essere riluttanti a intervenire a causa delle critiche che potrebbero ricevere per gli stipendi dei calciatori. “Il nostro settore fa bene all’umore del Paese,” ha affermato, citando l’esempio dell’Europeo del 2021, un evento che ha unito gli italiani in un momento di difficoltà.

Cairo ha proposto misure concrete per migliorare la sostenibilità del calcio, tra cui:

  1. Implementazione di un sistema di tax credit simile a quello del cinema, incentivando gli investimenti nei vivai.
  2. Utilizzo dell’ecobonus per ristrutturare le infrastrutture calcistiche, con stime che parlano di un potenziale investimento di 120-140 miliardi di euro, di cui il 2% potrebbe essere utilizzato per migliorare gli stadi.

La situazione del Torino e le sfide future

In merito alla situazione del Torino, Cairo ha rivelato che la sua avventura alla guida del club è iniziata 19 anni fa, quando il sindaco di Torino, Chiamparino, lo contattò per avvisarlo del rischio di fallimento del club. “Ci sono state stagioni migliori e peggiori, ma da 13 anni siamo stabilmente in Serie A,” ha dichiarato, riflettendo sul percorso del Torino nel calcio italiano. Ha anche rivelato che nel 2015 stava per ingaggiare Gian Piero Gasperini, ora allenatore dell’Atalanta, ma le trattative non si concretizzarono a causa del Genoa.

Cairo ha affermato che non desidera rimanere al comando del Torino per sempre. “Quando sono arrivato, non c’erano neanche i palloni,” ha ricordato, esprimendo il desiderio di lasciare il club a una persona con maggiori risorse finanziarie. “Non voglio indebitarmi. La mia intenzione è di passare il testimone a qualcuno con 20-30 miliardi,” ha aggiunto.

Proprietà straniere e futuro del calcio

Il discorso di Cairo si è poi spostato sulle proprietà straniere nel calcio italiano. Si è mostrato cauto nel fare generalizzazioni, notando che ci sono casi di successo come il fondo Elliott al Milan e Rocco Commisso a Firenze. Tuttavia, ha osservato che il calcio non è un settore semplice, dove i soldi da soli non bastano. “Molti investitori americani sono attratti dal nostro mercato perché i prezzi delle squadre italiane sono molto competitivi,” ha spiegato.

Infine, Cairo ha toccato la questione delle elezioni per il nuovo presidente della FIGC, in programma il 3 febbraio. “Ci sono stati momenti di tensione e non è una buona cosa,” ha detto, sottolineando la necessità di una maggiore unità di intenti all’interno del movimento calcistico per superare le attuali difficoltà.

Sulla Nazionale, Cairo ha espresso fiducia nel lavoro di Luciano Spalletti, ritenendo che abbia fatto i correttivi necessari dopo le delusioni dell’Europeo. Ha elogiato la decisione di puntare su giovani talenti e di coinvolgere giocatori come Sandro Tonali. “Stiamo vivendo una fase molto positiva e credo che possiamo avere buone soddisfazioni,” ha concluso, lasciando intravedere un futuro promettente per il calcio italiano.

Stefano Cerulli

Stefano è un appassionato di sport e redattore sportivo con una carriera che riflette il suo profondo amore per il calcio e l'atletica. Nato a Milano nel 1985, ha nutrito fin da giovane una passione innata per lo sport, alimentata dalle domeniche passate sugli spalti dello stadio San Siro e dalle interminabili ore di allenamento sulle piste d'atletica locali. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Milano, Stefano ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo sportivo. I suoi primi articoli, pubblicati su riviste minori, hanno subito messo in luce la sua abilità nel raccontare con vividezza e competenza le vicende sportive, catturando l'attenzione di un pubblico sempre più vasto. Stefano è noto per il suo stile di scrittura coinvolgente, capace di trasmettere non solo i fatti ma anche le emozioni e la tensione che caratterizzano ogni evento sportivo. La sua capacità di analisi e la profonda conoscenza tecnica dei diversi sport gli permettono di offrire ai lettori articoli di grande qualità, che spaziano dalle cronache più avvincenti alle analisi tattiche più approfondite. Oltre alla sua attività di redattore, è anche un promotore attivo dello sport giovanile. Dedica il suo tempo libero a organizzare eventi e workshop per giovani atleti, con l'obiettivo di trasmettere loro i valori dello sport e l'importanza della corretta informazione sportiva. Sempre aggiornato sulle ultime novità del mondo sportivo, Stefano continua a essere una voce rispettata e autorevole nel giornalismo sportivo italiano, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e atletica.

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