Cairo critica l’esclusione del calcio dal decreto crescita

Il mondo del calcio italiano si trova attualmente di fronte a sfide significative, e le recenti dichiarazioni di Urbano Cairo, presidente del Torino, evidenziano una situazione che richiede attenzione. Durante l’evento Atreju, Cairo ha messo in luce un aspetto cruciale: l’unico settore a non beneficiare del Decreto Crescita è proprio il calcio. Questa affermazione solleva interrogativi importanti e merita un’analisi approfondita.

Il Decreto Crescita, introdotto dal governo italiano nel 2019, ha avuto come obiettivo principale quello di stimolare l’economia nazionale attraverso incentivi fiscali e aiuti a vari settori. Tuttavia, il calcio, che rappresenta uno dei principali motori economici dello sport italiano, è stato escluso da tali benefici. Questa esclusione è particolarmente preoccupante considerando le perdite ingenti subite dal settore a causa della pandemia di Covid-19, che ha portato a un abbattimento dei ricavi senza precedenti.

Cairo ha sottolineato che il calcio potrebbe incrementare i propri guadagni se avesse accesso a misure di supporto adeguate. “Non chiediamo aiuti particolari”, ha dichiarato, “ma ciò che è giusto”. Questa affermazione mette in evidenza la necessità di un intervento mirato per garantire la sostenibilità economica delle società calcistiche, molte delle quali stanno lottando per rimanere a galla.

l’importanza del calcio per l’economia

Il calcio italiano non è solo un passatempo per milioni di tifosi, ma rappresenta anche un’importante fonte di occupazione e reddito per molte famiglie. Le società calcistiche generano lavoro in diversi ambiti:

  1. Giocatori e allenatori
  2. Staff tecnici
  3. Dipendenti delle strutture sportive
  4. Attività commerciali collegate

La mancanza di supporto da parte dello Stato potrebbe portare a una crisi profonda che colpirebbe non solo i club, ma anche l’intero ecosistema sportivo italiano.

il parere della lega nazionale dilettanti

Dopo le parole di Cairo, anche Giancarlo Abete, presidente della Lega Nazionale Dilettanti (LND), ha confermato la gravità della situazione. “Nonostante i tanti difetti che ha il calcio, il mondo del pallone dà più di quello che riceve”, ha affermato Abete. Il calcio ha finanziato gran parte dello sport italiano, fungendo da motore per molte altre discipline. Ignorare questo fatto potrebbe avere ripercussioni a lungo termine su tutto il panorama sportivo nazionale.

la necessità di intervento governativo

In un contesto in cui il calcio è sempre più influenzato da fattori economici, è fondamentale che i decisori politici comprendano l’importanza di questo sport per la società e per l’economia. La pandemia ha accelerato tendenze come la digitalizzazione e la globalizzazione, rendendo urgente un intervento governativo. I club devono affrontare sfide come:

  1. Perdita di spettatori
  2. Diminuzione dei diritti TV
  3. Aumento dei costi operativi

Senza un adeguato supporto, molti club potrebbero trovarsi costretti a chiudere.

Inoltre, la regolamentazione del settore delle scommesse sportive è un altro punto cruciale sollevato da Cairo. Un approccio equilibrato potrebbe contribuire a far crescere i ricavi del calcio, permettendo ai club di investire nel miglioramento delle strutture e nella formazione dei giovani talenti.

La situazione attuale richiede un ripensamento delle politiche sportive e fiscali, con l’obiettivo di garantire un futuro sostenibile per il calcio italiano. Le parole di Cairo e Abete devono servire da spinta per una riflessione seria sulle misure da adottare per supportare un settore che ha dato e continua a dare molto al paese. In un momento di crisi, è fondamentale che il governo consideri il calcio non solo come un’attività ludica, ma come un elemento chiave del tessuto economico e sociale italiano.

Change privacy settings
×