Terremoto in UEFA: Zvonimir Boban ha preso le distanze dall’attuale presidente Aleksander Ceferin, una scelta che avrà delle inevitabili ripercussioni all’interno dell’organismo che gestisce il calcio europeo. La lettera non lascia spazio alle interpretazioni: “È con dolore e con il cuore pesante che lascio il mio ruolo, non ho altra scelta. Non sto cercando di essere una sorta di eroe, soprattutto perché non sono il solo a pensarla così”. Ma cosa ha spinto l’ex calciatore e dirigente del Milan alle dimissioni?
A Nyon i dissidi affondano le radici nella questione morale. Boban ha ratificato il proprio addio in aperto contrasto con le idee di Ceferin che ha in progetto di modificare lo statuto, scelta non casuale ma mirata a prolungare il proprio mandato, fra l’altro anche ben pagato, considerando che lo stipendio si aggira sui 3 milioni di euro annui. L’attuale numero uno della UEFA è in carica ormai da otto anni ed è attualmente per la terza volta consecutiva al timone dopo le elezioni a Roma e Lisbona dove ha corso praticamente da solo. L’attuale statuto della UEFA limita a 12 anni, ovvero appunto a tre mandati, il limite massimo per ricoprire la carica di presidente. Una scelta voluta dallo stesso Ceferin che ha sventolato la bandiera dell’anticorruzione. Un altro quadriennio al potere coincide, guarda un po’ il caso, con la possibilità di ricandidarsi nel 2027 e governare il calcio europeo fino al 2031 quando sarà possibile anche candidarsi, e anche questa è una curiosa coincidenza per i malpensanti, alla presidenza FIFA.
L’indice di gradimento di Ceferin è in calo e il prossimo mese sarà quello della verità. L’8 febbraio, in coincidenza con l’imminente congresso della UEFA, sarà presa in esame la proposta Ceferin. Secondo il regolamento, serviranno 36 preferenze, ovvero due terzi dei voti. In questo senso, la scelta di Boban assume i contorni della rottura che porta anche alla frammentazione. La figura dell’ex calciatore ha un enorme peso specifico in seno alla UEFA e soprattutto nei paesi dell’est Europa, regione di provenienza anche di Ceferin. L’attuale numero uno, però, non ha lo stesso peso specifico di “Zorro”, capace, nel pieno rispetto del suo soprannome, di strappare e spaccare l’emiciclo. La partita si giocherà, con ogni probabilità, su una ventina di paesi. E l’Italia? Sarà interessante capire quale sarà la posizione della Federcalcio e del presidente Gabriele Gravina, che proprio durante la gestione Ceferin ha ottenuto l’importante riconoscimento di vice presidente.
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