La Bmw punta la Moto GP e sarebbe la benvenuta. Da ormai due stagioni la MotoGP vuole recuperare le 24 moto che aveva in griglia fino a che la Suzuki, a fine 2022, non ha annunciato l’uscita dal Motomondiale.
Da allora il campionato lavora per recuperare le due posizioni che la Casa giapponese aveva lasciato libere con la partenza, ma fin dall’inizio lo ha fatto con delle precise condizioni: Carmelo Ezpeleta, amministratore delegato della Dorna, voleva un nuovo costruttore sulla griglia e non un altro team satellite. Gli austriaci pretendevano un altro box, anche per poter risolvere senza sacrifici i conflitti derivanti dai contratti con i propri piloti, ma la posizione del promotore è rimasta irremovibile: apertura solo a nuovi marchi. In questo contesto BMW e Kawasaki (entrambe iscritte alla SBK) erano fin dall’inizio le migliori per entrare in MotoGP secondo Hervé Poncharal, presidente dell’IRTA, anche se il promotore ha esercitato particolare pressione sul marchio bavarese affinché partecipasse al Campionato del Mondo come costruttore, al di là dell’accordo che li univa come vettura ufficiale della MotoGP.
Inizialmente le trattative non hanno avuto effetto. Nonostante ciò, una ristrutturazione ai vertici di BMW Motorrad apre le porte a un accordo che farebbe dei tedeschi il sesto costruttore in griglia nella categoria regina, per accompagnare nell’avventura Ducati, Aprilia, KTM , Honda e Yamaha. Markus Flasch, nuovo CEO dal novembre dello scorso anno, ha cambiato completamente la strategia del marchio e l’approccio verso il mondo delle corse è molto più aggressivo: “Sono un assoluto difensore del motorsport. In qualità di Direttore della BMW, ho deciso di fondere la BMW M con la BMW Motorsport. Non ho dubbi che la concorrenza ben condotta contribuisca davvero alla forza del marchio e all’entusiasmo all’interno della comunità del marchio”. L’impegno del manager nel mondo delle corse si è intensificato dopo l’ingaggio di Razgatlioglu (nel campionato delle derivate) che ha dimostrato come i tedeschi siano preparati all’attacco.
Parole che lasciano il segno. LA SBK non è, al momento, l’unica opzione praticabile per la BMW, anzi presto potrebbe diventare troppo piccola per le ambizioni rinnovate a medio e lungo termine. Chiaramente ciò non significa che BMW abbia intenzione di trascurare il Mondiale SBK, ma un calendario con pochi eventi e di conseguenza minore visibilità potrebbe portare il marchio bavarese a fare il salto definitivo in MotoGP.
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