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Bertolucci: Dalla magia di Alcaraz alla maestria di Federer, Sinner si avvicina a Djokovic

Il mondo del tennis è sempre stato affascinato dai confronti tra le diverse generazioni di giocatori, un esercizio che, sebbene prematuro per i giovani emergenti, offre spunti di riflessione e discussione. Tra i protagonisti di queste conversazioni attuali ci sono Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, talenti che molti appassionati di tennis non esitano a paragonare a leggende del calibro di Roger Federer e Novak Djokovic. Sebbene questi confronti possano sembrare azzardati, essi si fondano su osservazioni tecniche e mentali che rivelano sorprendenti somiglianze tra i giovani e i loro illustri predecessori.

Carlos Alcaraz: un nuovo Federer?

Carlos Alcaraz, lo spagnolo che ha rapidamente scalato le classifiche mondiali, viene spesso accostato a Roger Federer. Sebbene stilisticamente differente, con meno enfasi sull’eleganza e più sulla potenza, Alcaraz condivide con Federer una versatilità straordinaria. Entrambi i giocatori posseggono un arsenale di colpi variegato, capace di stupire il pubblico non solo per la sua efficacia, ma anche per la spettacolarità. Il servizio e il dritto sono armi letali nel gioco di entrambi, e il loro rovescio si distingue per precisione e potenza. Inoltre, sia Alcaraz che Federer amano il drop-shot e il gioco di volo, due elementi che arricchiscono il loro repertorio e che spesso portano a momenti di puro spettacolo. La capacità di creare “effetti speciali” sul campo è un tratto distintivo che li unisce, suscitando ammirazione e standing ovation da parte degli spettatori.

Jannik Sinner e Novak Djokovic: maestri della resilienza

Se da un lato Alcaraz e Federer condividono la capacità di incantare con il loro gioco, Jannik Sinner e Novak Djokovic si distinguono per la loro forza mentale e la capacità di mantenere una continuità disarmante. Entrambi hanno lavorato sotto la guida di Riccardo Piatti, e questo non è un dettaglio da trascurare. Sinner e Djokovic sono maestri nel pressing dal fondocampo, capaci di rispondere al servizio con una precisione che pochi altri possono vantare. Sebbene entrambi abbiano faticato inizialmente con il servizio, sono riusciti a migliorarlo nel tempo, con Sinner che sembra sulla buona strada per eguagliare il livello raggiunto da Djokovic. La loro evoluzione nel gioco a rete è un ulteriore elemento di somiglianza: inizialmente riluttanti, hanno imparato a sfruttare anche questa parte del gioco con successo.

Il vero punto di forza che accomuna Sinner e Djokovic è la loro straordinaria capacità mentale. Entrambi sono noti per la loro resilienza e continuità, capaci di mantenere alta la concentrazione anche nei momenti critici. La loro abilità nel superare momenti di difficoltà senza perdere il controllo del match li rende avversari temibili e rispettati.

Un confronto tra ere: il futuro del tennis

Per tracciare un confronto realistico tra le due ere del tennis, sarebbe opportuno considerare il gioco espresso e i trofei vinti dai giovani tennisti a 22-23 anni. Federer e Djokovic, insieme a Rafael Nadal, avevano già conquistato una considerevole quantità di Slam e Masters 1000 entro i 30 anni, un’impresa che Alcaraz e Sinner stanno cercando di emulare. Tuttavia, manca ancora un terzo protagonista in grado di completare il nuovo trio dominante. Diversi giovani promesse si affacciano sulla scena internazionale, come il danese Holger Rune, il brasiliano Joao Fonseca, il ceco Jakub Mensik, il francese Arthur Fils e il tedesco Justin Engel, il quale ha già lasciato il segno nel circuito Atp.

In questo contesto in continua evoluzione, l’attesa e le aspettative per un nuovo “Big Three” crescono, mentre gli appassionati di tennis osservano con attenzione l’ascesa di questi talenti, sperando che uno di loro possa emergere al fianco di Alcaraz e Sinner, ereditando il prestigio e il fascino che Federer, Djokovic e Nadal hanno lasciato in eredità al mondo del tennis.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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