Berrettini sorprende Djokovic mentre Wada risponde alle accuse del serbo - ©ANSA Photo
Una giornata che rimarrà impressa nella memoria di molti appassionati di tennis è stata quella di giovedì a Doha, dove Novak Djokovic ha subito due colpi durissimi, uno sul campo e l’altro fuori. Il numero uno al mondo ha chiuso la sua avventura nel torneo ATP 500 emiratino al primo turno, sconfitto da un Matteo Berrettini in grande forma. Il match, che ha visto il serbo cercare di riprendersi dopo il forfeit in semifinale agli Australian Open a causa di un infortunio, è durato poco più di un’ora e mezza. Berrettini ha dominato l’incontro, vincendo il primo set 7-6 e chiudendo il secondo con un netto 6-2. Con questa vittoria, l’azzurro avanzava agli ottavi di finale, dove affronterà l’olandese Tallon Griekspoor.
Djokovic, pur avendo dichiarato di sentirsi pronto e di aver svolto un’adeguata preparazione fisica, ha faticato a trovare il ritmo contro un avversario particolarmente ispirato. Questa sconfitta, la prima del 2023 per il serbo, ha suscitato sorpresa tra i suoi tifosi, considerando che Djokovic è considerato uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi. La sua carriera è costellata di successi, ma la sfida di Doha, in un torneo che avrebbe dovuto rappresentare una ripartenza, si è trasformata in un incubo.
La mattinata per Djokovic non è iniziata nel migliore dei modi, poiché, mentre si preparava per il suo match, ha ricevuto una risposta piccata dalla WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) riguardo alle sue recenti affermazioni sul caso di Jannik Sinner. Il ventunenne tennista italiano è attualmente sotto esame per una positività al Clostebol, un anabolizzante steroideo. Tuttavia, la WADA ha chiarito che il caso di Sinner è “a milioni di chilometri da uno di doping”. Ross Wenzel, alto funzionario dell’agenzia, ha sottolineato che non ci sarà “nessun favoritismo” nei confronti del tennista azzurro e ha spiegato che la situazione di Sinner è stata trattata con la massima serietà e trasparenza.
La questione del presunto favoritismo ha animato un acceso dibattito tra i giocatori. Djokovic, insieme ad Alexander Zverev, ha messo in discussione l’accordo di patteggiamento di Sinner, definendolo “strano” e affermando che la maggior parte dei giocatori ritiene ci sia un trattamento privilegiato per alcuni atleti. In particolare, Djokovic ha ribadito la sua opinione che la trasparenza debba prevalere in questi casi, e molti atleti concordano sul fatto che le sanzioni dovrebbero essere applicate in modo uniforme, indipendentemente dalla nazionalità o dal ranking del giocatore.
Nel frattempo, al torneo di Dubai, Jasmine Paolini ha ottenuto una convincente vittoria contro la tedesca Eva Lys, con un punteggio di 6-2, 7-5. Tuttavia, il match è stato caratterizzato da tre lunghe interruzioni a causa della pioggia, un evento insolito per gli Emirati Arabi Uniti, che ha portato a una durata complessiva di circa otto ore. Nonostante queste difficoltà, Paolini ha dimostrato grande resilienza e determinazione, avanzando nel torneo WTA 1000.
Intanto, il caso di Sinner continua a far discutere, con la WADA che ha cercato di mettere a tacere le polemiche. Wenzel ha spiegato che il feedback scientifico ricevuto dall’agenzia ha dimostrato che Sinner non ha commesso doping intenzionale, evidenziando che si trattava di microdosi. Tuttavia, la sospensione del tennista durerà fino al 4 maggio, il che significa che potrà partecipare al prossimo Roland Garros, in programma dal 25 maggio.
La WADA ha inoltre chiarito che il patteggiamento è una procedura standard, in vigore dal gennaio 2021, e che sono stati già registrati 67 casi simili. Questo ha suscitato ulteriori discussioni tra i giocatori, alcuni dei quali sostengono che il segreto attorno a questi casi non sia giusto e che la trasparenza debba essere una priorità.
In questo contesto, la figura di Djokovic continua a essere centrale. La sua carriera e i suoi successi lo hanno reso un simbolo del tennis, ma le sue affermazioni e le sue posizioni sui casi di doping potrebbero influenzare il suo rapporto con i colleghi e il pubblico. Mentre alcuni atleti, come Carlos Alcaraz, hanno preferito mantenere il silenzio su queste questioni scottanti, altri hanno preso posizione, creando un clima di tensione e incertezza nel circuito.
In definitiva, la giornata di Doha ha messo in evidenza non solo le fragilità e le sfide di Djokovic, ma anche le complessità del mondo del tennis professionistico, dove il talento e la competizione si intrecciano con questioni etiche e morali di grande rilevanza.
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